Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 11:22.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:25.

My24

In altri termini, quello a cui stiamo assistendo è l'effetto di un'importante transizione da una crescita euforica trainata dalle esportazioni e dagli investimenti (grazie a un vivace settore manifatturiero) a una dinamica di crescita della spesa al consumo e dei servizi più lenta ma costante. Nel 2013, infatti, il settore dei servizi cinese è diventato il più ampio dell'economia, superando la quota combinata dei settori manifatturiero ed edilizio.

Il problema, come ho sostenuto nel mio nuovo libro Unbalanced: The Codependency of America and China, non riguarda la Cina, bensì il mondo intero, e gli Stati Uniti in particolare, che non sono preparati ad affrontare il rallentamento della crescita cinese che il ribilanciamento comporta.

Il concetto di codipendenza affonda le radici nella psicopatologia relazionale, dove due partner, per necessità o convenienza, si sostengono a vicenda ma in modo malsano. A lungo andare, la codipendenza porta a una perdita d'identità, gravi attriti e, spesso, a una rottura drammatica, a meno che uno o entrambi i partner non imparino a emanciparsi e a camminare con le proprie gambe.

L'equivalente economico della codipendenza si addice a Stati Uniti e Cina in modo particolare. La miracolosa crescita cinese trainata dalle esportazioni, iniziata negli anni '80, non sarebbe esistita senza i consumatori americani. E, dal canto suo, la Cina si è affidata al dollaro per ancorare la propria moneta deprezzata, diventando così più competitiva nelle esportazioni.

Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno fatto affidamento sui prodotti cinesi a basso costo per aumentare il potere d'acquisto dei consumatori ormai provati. Inoltre, hanno cominciato a dipendere dal surplus di risparmio della Cina per finanziare il proprio deficit di risparmio (il più elevato al mondo), e hanno approfittato della vorace domanda cinese di titoli del Tesoro americano per contribuire a finanziare massicci deficit di bilancio e compensare i bassi tassi di interesse interni.

Alla fine, però, questa codipendenza si è rivelata un matrimonio di convenienza più che d'amore. Tra i due partner sono sorti conflitti su un'ampia gamma di questioni, tra cui il commercio, il tasso di cambio del renminbi, la sicurezza regionale, la proprietà intellettuale e gli attacchi informatici, per citarne alcuni. E, proprio come avrebbe previsto uno psicologo, uno dei partner, la Cina, ha deciso di andare per la sua strada.

Il ribilanciamento della Cina consentirà al paese di assorbire il surplus di risparmio, che sarà utilizzato per costruire una rete di sicurezza sociale e incrementare i mezzi delle famiglie cinesi. In conseguenza di ciò, la Cina non sarà più tanto propensa a erogare prestiti agli Stati Uniti.

Per un'economia affamata di crescita come quella statunitense, la trasformazione del partner co-dipendente può rappresentare un bivio cruciale. Una delle possibili strade è piena di insidie: restando impantanata nella carenza di risparmio ma ritrovandosi senza prodotti né capitali cinesi, l'America rischia di andare incontro a un aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse, e a un indebolimento del dollaro. L'altra, invece, nasconde una grande opportunità: l'America può adottare una nuova strategia di crescita, allontanandosi dall'eccesso di consumo per avvicinarsi a un modello basato sul risparmio e sull'investimento in persone, infrastrutture e capacità. In tal modo, gli Stati Uniti potrebbero ricevere sostegno dalle esportazioni, in particolare quelle verso una Cina ribilanciata, che attualmente è il suo terzo mercato dell’export per grandezza e rapidità di crescita.

Rispetto ad altre economie emergenti, la Cina è di una stoffa diversa. Dalla crisi finanziaria asiatica della fine degli anni '90 è uscita come l'economia più resistente della regione, e ho il sospetto che anche stavolta farà lo stesso. La differenziazione è importante – per la Cina, l'Asia e il resto dell'economia mondiale.

Traduzione di Federica Frasca

Stephen S. Roach, membro di facoltà dell’Università di Yale ed ex presidente di Morgan Stanley Asia, è autore del libro intitolato .

Copyright: Project Syndicate, 2014.

Shopping24

Dai nostri archivi