Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 11:17.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:18.

My24


STANFORD – Come molti, ho conosciuto per la prima volta il Premio Nobel per l’economia , morto all’inizio di questo mese, leggendo le sue opere più importanti, e . Sono numerosi gli economisti di alto livello che hanno vinto il Premio Nobel per l’economia sin da quando la banca centrale svedese ha introdotto il Premio nel 1969, ma Becker è tra i pochi che hanno trasformato radicalmente il modo di analizzare un’ampia serie di importanti questioni economiche da parte degli economisti (e, più in generale, degli esperti delle scienze sociali).

Il contributo di Becker è stato essenziale in particolar modo per l’applicazione della sua prospettiva analitica, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi economici, a questioni mai prese in considerazione dall’analisi economica. Tra queste, vi è la prospettiva dell’istruzione come investimento, la questione legata a chi trae vantaggio e chi soffre delle conseguenze della discriminazione, l’analisi di come le famiglie scandiscono il loro tempo e la spiegazione delle decisioni delle donne sulla fertilità.

La sua ricerca anche solo su una o due delle questioni indicate sarebbe bastata a fargli vincere il Nobel. Infatti, lo sviluppo di prospettive così importanti in relazione ad una così vasta gamma di questioni è decisamente notevole. Becker ha di gran lunga meritato la rara onoreficenza a lui attribuita dal suo mentore e amico di lunga data, anche lui scomparso, Milton Friedman (un altro Premio Nobel che, come Becker, ha trasformato il pensiero degli economisti in molte aree). Becker, , è stato il miglior scienziato sociale dell’ultima metà del secolo.

Becker era costantemente focalizzato sulle forze principali che determinano il comportamento umano e le interazioni personali sia all’interno che all’esterno dei mercati. All’inizio della sua carriera, il suo lavoro veniva spesso criticato per la troppa dipendenza dall’analisi economica nella sua gestione delle problematiche sociali e per il fatto di toccare dei tasti delicati relativi a questioni particolarmente sensibili.

L’idea, ad esempio, di definire i bambini come beni durevoli, considerata grossolana da alcuni, ha tuttavia permesso a Becker di analizzare la scansione del tempo genitoriale e delle risorse finanziarie. Becker ha inoltre dimostrato come quest’intuizione permettesse di prevedere i trend della partecipazione della forza lavoro femminile e del tasso di natalità, e di portare alla conclusione politica che il modo migliore per ridurre il tasso elevato di nascita nei paesi poveri è quello di istruire le donne. In base alla sua teoria, un’istruzione migliore comporterebbe infatti un aumento degli stipendi delle donne, rendendo la decisione di rimanere a casa più costosa e portando quindi ad una maggiore partecipazione della forza lavoro femminile e ad una conseguente riduzione volontaria del tasso di natalità.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi