Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 14:16.

My24


WASHINGTON, DC – Ci sono due visioni dominanti sul sistema finanziario mondiale. La prima, sentita perlopiù dai dirigenti delle maggiori banche globali e loro alleati, è che il sistema è più sicuro di quanto non sia mai stato prima. Secondo tale visione, gli eventi che sono sfociati nella crisi finanziaria scoppiata nel 2008 non possono accadere di nuovo; il processo di riforma ha avuto successo.

Un gruppo sempre più nutrito di funzionari attuali e passati continua a esprimere preoccupazione sui potenziali rischi futuri negli Stati Uniti, in Europa e a livello globale. Il Segretario americano del Tesoro Jack Lew ha fatto quest’affermazione in una , mentre spiegava perché debba essere consentito al (FSOC) di considerare se una qualsiasi forma di impresa o attività possa presentare un rischio nel sistema finanziario generale.

E una nuova e potente voce si è unita al coro: Kara Stein, commissario alla Securities and Exchange Commission (SEC). Stein ha tenuto , in cui sosteneva che il rischio sistemico deve diventare una responsabilità più centrale per gli enti di vigilanza dei mercati finanziari.

Il rischio sistemico fa riferimento ai problemi che ricadono su diversi tipi di aziende e mercati, spesso in modo inaspettato e talvolta con molta rapidità. Forse l’esempio più importante del 2008 è come il fallimento della banca di investimenti Lehman Brothers avesse rischiato di portare al collasso la compagnia di assicurazione AIG, causando forti pressioni sui fondi comuni del mercato monetario.

Jeremy Stein (nessuna correlazione a Kara Stein), fino a poco tempo fa governatore della Federal Reserve americana, che i fire sales forzati (ossia le vendite di asset a prezzi estremamente bassi) sono un’importante modalità di trasmissione dei rischi. Quando i prezzi degli asset scendono a seguito di una vendita di questo genere, potrebbe essere colpita la solvibilità di altre aziende – anche se il merito creditizio dell’asset sottostante non è realmente cambiato.

Gli enti di vigilanza delle banche stanno iniziando a prendere più seriamente queste problematiche – un cambiamento incoraggiante rispetto agli anni 90 e ai primi anni 2000, quando la Fed appoggiava una sfrenata innovazione finanziaria senza dare giusto credito al rischio sistemico.

Ma gli enti di vigilanza devono anche iniziare a pensarla allo stesso modo – ed è la direzione su cui vorrebbe indirizzarli Kara Stein. Per tradizione, ad esempio, la SEC pensa all’adeguato capitale azionario in un’attività regolamentata, soprattutto come somma necessaria per aiutare a compensare i clienti in caso di fallimento delle singole aziende. Ma sarebbe molto meglio, come suggerisce Stein, pensare al capitale azionario da una prospettiva sistemica – ossia, quanto l’assorbimento delle perdite sia necessario per prevenire qualche forma di crisi di fiducia a cascata.

In modo analogo, gli enti di vigilanza dovrebbero iniziare a pensare a come e quando la struttura di particolari transazioni finanziarie crei un potenziale rischio sistemico. I mercati del finanziamento a breve termine, ad esempio, coinvolgono l’attività presumibilmente sicura di concessione di prestiti a fronte di un collaterale di titoli scambiabili, che è esattamente la modalità con cui si finanziano i broker-dealer. Sfortunatamente, come abbiamo scoperto durante la crisi finanziaria, questi mercati possono diventare meno liquidi o addirittura prosciugarsi completamente quando i creditori iniziano a temere problemi imprevisti, o con i debitori o con gli asset offerti in garanzia.

I rischi sistemici in questo caso non risiedono necessariamente in una singola azienda; il problema è piuttosto il modo in cui alla fine funziona un particolare mercato. Stein ha delle idee credibili e precise su come rendere queste operazioni meno rischiose per il sistema in generale.

Secondo Kara Stein, c’è bisogno però che il FSOC sia in grado di fare il proprio lavoro – cercare e valutare tutti i tipi di potenziali rischi sistemici. E bisogna farlo in modo tecnico, e non come parte di un processo politico.

Alla SEC, però, non sono tutti ragionevoli come Stein. Ci sono delle frizioni anche tra i vari regolatori negli Usa, e sicuramente abbiamo bisogno di un maggiore coordinamento al di là delle frontiere nazionali – incluse quelle con l’Europa. Ma il pericolo reale è che le potenti lobby, lavorando attraverso i membri del Congresso, facciano forti pressioni contro il FSOC e il suo mandato.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi