Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2014 alle ore 16:42.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:15.

My24

Date le sempre più scoraggianti prospettive demografiche nella maggior parte dei paesi europei, l'attuale ritmo delle riforme strutturali appare tristemente insufficiente. L'Italia e la Germania sono indirizzate verso ; senza una crescita del Pil più rapida, nuove politiche d'immigrazione, un aumento dell'età pensionabile e un impegno concreto per arginare l'aumento della spesa sociale, le tasse sono destinate ad aumentare dai già pesanti livelli attuali.

L'Europa ha davanti a sé tre opzioni. La prima è mantenere lo status quo, il che significa raffazzonare delle risposte alle mini crisi future man mano che queste si presenteranno, come è sempre avvenuto negli ultimi anni. Tenuto conto degli interessi divergenti e dei diversi problemi che devono affrontare i paesi dell'eurozona e dell'Unione europea, nonché delle poco agili strutture di governance e della difficoltà di apportare modifiche ai trattati, questo rappresenta il percorso di minor resistenza per i leader eletti e, pertanto, quello che avrà maggiori probabilità di essere scelto.

La seconda opzione prevede una riforma strutturale seria e concertata che, come minimo, preveda una revisione delle norme sul lavoro, dei sistemi pensionistici e delle clausole anti-crescita dei codici tributari. Tale riforma includerebbe, inoltre, un intervento incisivo volto a ridurre l'eccesso di debito sovrano che rimane uno dei principali ostacoli alla crescita e continua a minacciare alcune banche europee.

Gli attuali accordi sul debito non hanno efficacia senza un decennio di forte crescita, che al momento sembra improbabile, per non dire impossibile. A un certo punto, i governi e le banche europei dovranno ricorrere a una soluzione simile a quella dei Brady bond, che si rivelarono abbastanza funzionali nel superamento della crisi del debito latinoamericano negli anni '90 e della minaccia che esso rappresentò per le banche d'investimento statunitensi più esposte. Come è stato allora, occorrerà però negoziare una gamma di opzioni di uscita ed estensione del credito.

La politica dietro questo approccio rischia di essere di difficile attuazione, soprattutto nei paesi ricchi; tuttavia, riforme strutturali ben strutturate e concordate potrebbero contribuire a ripristinare la crescita, che si tradurrebbe in piani economici più sani, un aumento dei posti di lavoro, bilanci più equilibrati e un minor rischio finanziario.

La terza opzione è ripensare l'Unione europea stessa, dall'euro alle sue istituzioni fondamentali. Come accordo di libero scambio, l'Ue è stata un grande successo, ma oggi l'euro ha senso da un punto di vista economico solo per un sottogruppo di membri dell'eurozona, non per paesi come la Grecia nella sua situazione attuale. Alcuni economisti hanno proposto un euro a doppia velocità, con paesi "problematici" che utilizzano un "euro di serie B", che fluttua rispetto all'"euro di serie A", finché non ottemperano alle norme economiche e finanziarie stabilite guadagnandosi così la possibilità di rientrare nell'eurozona.

Una maggiore mobilità della forza lavoro è stato un altro grande vantaggio dell'Ue. Tuttavia, i severi diktat burocratici della Commissione europea hanno irrigidito eccessivamente alcune normative, e impegnarsi a costringere i paesi con una tassazione più bassa ad "armonizzare" i propri tassi sarebbe devastante per i cittadini e le imprese.

Anche se è improbabile che nel prossimo futuro si facciano grandi progressi sulla falsariga della seconda e terza opzione, i leader europei dovrebbero costantemente verificare ciò che funziona e ciò che, invece, va rivisto. Le recenti elezioni sono state un campanello d'allarme ed è ora che i leader europei aprano gli occhi

Traduzione di Federica Frasca

Michael J. Boskin, professore di economia all'Università di Stanford e senior fellow presso la Hoover Institution, è stato presidente del Council of Economic Advisers sotto la presidenza di George H. W. Bush tra il 1989 e il 1993.

Copyright: Project Syndicate, 2014.

Shopping24

Dai nostri archivi