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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 16:53.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:02.

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LONDRA – Si sta verificando oggi un importante cambiamento in relazione a due grandi poteri. Da un lato il potere aziendale sta crescendo rispetto a quello dei governi, dall’altro le persone comuni stanno acquisendo una maggiore influenza. Ma cosa significa il fatto che questi due cambiamenti, apparentemente contraddittori, si stiano verificando nello stesso momento?

Oggi le aziende hanno, senza ombra di dubbio, un potere maggiore nelle loro mani. Persone non elette attraverso un voto popolare controllano sempre di più le nostre vite quotidiane, dall’intrattenimento alle risorse energetiche, dalle scuole alle ferrovie e ai servizi postali. Allo stesso tempo, la rapidità dell’innovazione tecnologica sta superando la tempistica dell’adeguamento normativo, il che significa che le attività aziendali entrano sempre più sistematicamente nelle cosiddette zone grigie prive di normative.

Ma a controbilanciare questa tendenza, ci sono ora strumenti ed opportunità che permettono alla gente di garantire che il comportamento delle aziende non sfugga ai controlli. Le persone sono infatti sempre più istruite e conoscono bene come operano le varie aziende, sono più proattive e direttamente esplicite nel caso in cui un’azienda superi i limiti posti. Il pubblico svolge quindi sempre più il ruolo di coscienza delle aziende e delle industrie, sollevando questioni difficili e pretendendo che le aziende stesse rispondano del loro operato.

Negli ultimi anni, strumenti più efficaci di azione collettiva, come i social media, piattaforme aperte per la pubblicazione di materiale e la possibilità di condividere video online, hanno fornito alle persone un numero maggiore di leve da azionare. Nel momento in cui le persone si attivano contro i boicottaggi o i disinvestimenti, fanno lobbying per un adeguamento normativo e attivano delle campagne sempre più sofisticate sui social media, diventano sempre più in grado di influenzare il processo decisionale operativo e strategico delle aziende, imponendo delle verifiche e un equilibrio sull’enorme espansione del potere privato.

Per alcune aziende questa nuova modalità è giunta come un fulmine a ciel sereno. Prendiamo in considerazione, ad esempio, la perdita di petrolio causata dalla British Petroleum nel Golfo del Messico nel 2010. Questo disastro è stato uno dei primi episodi in cui un’azienda si è dovuta confrontare con , e grazie al quale la gente si è resa conto del potenziale degli strumenti a sua disposizione. Come gran parte delle aziende in quel periodo, la BP era abituata a comunicare con i tradizionali rappresentanti del potere, tra cui la Casa Bianca, il Cremlino e così via, tramite i canali di comunicazione tradizionali come i briefing a giornalisti accuratamente selezionati che distribuivano in seguito dei comunicati stampa con parole accuratamente scelte.

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