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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 15:29.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2014 alle ore 10:33.

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Howard Davies (Olycom)Howard Davies (Olycom)

LONDRA – Il sistema globale di regolamentazione finanziaria è straordinariamente complesso e, anche per questo motivo, poco compreso. Per spiegarlo ai miei studenti di Sciences Po Paris ho ideato una sorta di schema elettrico che mostra i collegamenti tra i diversi organismi responsabili delle varie componenti della vigilanza. Questo schema fa sembrare semplice persino una scheda elettronica.

Molte persone hanno una vaga idea di cosa sia il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, che stabilisce gli standard di capitale per le banche. Magari hanno anche sentito parlare della Banca dei regolamenti internazionali, la banca centrale delle banche centrali, presso cui opera il Comitato di Basilea. E l'Organizzazione internazionale delle commissioni di controllo sui valori mobiliari (International Organization of Securities Commissions – IOSCO), che fissa gli standard per le autorità di regolamentazione degli scambi e dei valori mobiliari, è conosciuta almeno per nome in alcuni ambienti. Ma quando si arriva a parlare dell'Associazione internazionale degli organi di vigilanza nel settore assicurativo (International Association of Insurance Supervisors – IAIS), un'espressione interrogativa si dipinge sui volti.

Esistono molti altri raggruppamenti simili. L'International Accounting Standards Board (IASB), ovvero l'organismo che emana i principi contabili internazionali, fa più o meno quello che ci si potrebbe aspettare, anche se gli americani, pur facendone parte, non utilizzano questi standard, che ora vengono confusamente chiamati IFRS (International Financial Reporting Standards). Ma lo IASB ha prodotto altre commissioni finalizzate alla supervisione dell'auditing. Esiste perfino – e ciò ricorda l'ultimo romanzo di Hermann Hesse, Il gioco delle perle di vetro – un organismo internazionale che supervisiona gli organismi che supervisionano i supervisori.

Il Gruppo d'azione finanziaria internazionale (Financial Action Task Force) ha un nome che ispira dinamismo e fa pensare a un'unità di risposta rapida, come quelle che vengono inviate nei paesi in difficoltà. In realtà, è quel ramo dell'Ocse che controlla l'applicazione delle norme anti-riciclaggio. Il motivo per cui fa parte dell'Ocse nonostante abbia un mandato globale è un mistero che pochi riescono a spiegare.
Questa elaborata architettura (che contiene molto altro) è stata costruita pezzo dopo pezzo negli anni '80 e '90. Fino alla crisi finanziaria asiatica, somigliava a una ragnatela senza il ragno al centro. Quando Hans Tietmeyer, ex capo della Bundesbank, fu incaricato dai ministri delle finanze del G-7 di verificarne l'efficacia, raccomandò di collocarvi il ragno che mancava, ovvero il Forum per la stabilità finanziaria (Financial Stability Forum – FSF), un organismo che avrebbe esaminato il sistema finanziario nel suo complesso e cercato d'individuare le vulnerabilità che potrebbero causare problemi futuri.

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