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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2010 alle ore 15:15.
L'ultima modifica è del 05 giugno 2010 alle ore 15:40.
I veto-player di ogni ordine e grado batteranno in ritirata? Con un annuncio a sorpresa dalla Corea del Sud, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha spiegato che, d'accordo con Silvio Berlusconi, presenterà al G-20 e in sede europea una proposta di legge di revisione dell'articolo 41 della Costituzione italiana.
Si punta a un'operazione straordinaria volta, nell'arco di due-tre anni, a rendere possibile all'economia reale, ed in particolare alle imprese piccole e medie, tutto ciò che non è proibito. In pratica, una legge sblocca-tutto: le Pmi, l'artigianato e la ricerca agirebbero in totale e radicale autocertificazione, con i controlli e le verifiche che arriverebbero solo in un momento successivo.
L'annuncio è stato accompagnato dal rilancio dell'idea di quella "rivoluzione liberale" che il centrodestra sembrava aver relegato in un cassetto. È troppo presto per avvalorare un'affermazione così impegnativa. Ma di sicuro il progetto di rivedere un articolo dei "rapporti economici" inseriti nella prima parte della Costituzione apre un fronte nuovo, sensibilissimo, destinato a passare sotto la lente del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
È nota la critica liberale su questo punto. L'impostazione prevalsa nel 1948, frutto di un contesto storico di forte conflittualità ideologica, è stata improntata da una visione burocratico-statalista. L'articolo 41 riconosce e garantisce la libera iniziativa economica privata ma vieta che si svolga in contrasto con l'utilità sociale. Questo, però, è un concetto non definito, che lascia troppo margine alla discrezionalità del legislatore mentre i poteri autorizzativi assegnati alle amministrazioni non fanno riferimento al principio della "concorrenza", parola che insieme al "mercato" non compare nella Costituzione.
Nel rapporto Doing Business 2010 della Banca mondiale l'Italia è settantottesima nella classifica dei paesi avanzati. Segno che i freni e gli impendimenti all'attività d'impresa sono reali e non un'invenzione. Il governo punta in alto, alla Costituzione: ma serve tutto il tempo necessario (l'iter delle leggi di revisione costituzionale non è quello ordinario), forte volontà politica e grande equilibrio. In caso contrario si resta all'effetto-annuncio.
guido.gentili@ilsole24ore.com