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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 08:03.
ROMA
I nove miliardi che la manovra correttiva 2011-2012 si attende dal fisco sono un obiettivo raggiungibile. Lo ha confermato in audizione il direttore dell'agenzia delle entrate, Attilio Befera, ai senatori della commissione Finanze con cui si è chiuso il mini-ciclo di incontri voluto dal presidente Mario Baldassari (Pdl) sulle misure fiscali del Dl n. 78.
Di buon'ora, ieri, la VI commissione ha ascoltato sulla portata delle misure antievasione, Giuseppe Vicanolo, comandante del III reparto operazioni del comando generale della guardia di finanza.
Il mix di misure della manovra finalizzato a far emergere evasione e ad ampliare la compliance dei contribuenti, poggia su strumenti già efficaci e che stanno dando i loro frutti: come ha rilevato Befera, a fine aprile 2010 con la lotta all'evasione sono stati riscossi «oltre 3 miliardi di euro».
Nel passare in rassegna i contenuti delle misure antievasione, il direttore delle entrate si è soffermato sul redditometro, rispondendo di fatto alle paure di quanti vedono nel restyling dello strumento di controllo, il venire meno dei diritti di difesa del contribuente. «L'interessato, ha detto Befera, può sempre provare il contrario». Comunque sia in tutti i casi, ha precisato il direttore delle entrate, il contribuente è tutelato da una «clausola di garanzia». Non solo. I diritti del contribuente, garantiti e tutelati dalla possibilità di fornire tutti gli elementi di prova a proprio favore, che – ha precisato ancora Befera – «possono essere fatti valere sia prima sia dopo l'avvio del procedimento di accertamento con adesione».
Il capo del III reparto operazioni della guardia di finanza, Giuseppe Vicanolo, nella mattinata di ieri ha sottolineato l'importanza della tracciabilità elettronica delle operazioni Iva sopra i 3000. Ma con un distinguo: al fianco della misura non potrà mai venir meno «l'azione di controllo sul campo, nei confronti non solo degli evasori individuati grazie all'incrocio dei dati, ma anche di quelli che adottano forme più insidiose di sottofatturazione dei corrispettivi imponibili, o di sovrafatturazione dei costi con l'utilizzo di fatture false».