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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 08:15.
Tutto dipenderà da tempi e modalità del riassetto di Abertis da 25 miliardi che si sta definendo in queste ore a Madrid. Ma è chiaro che a Ponzano Veneto, dove ha sede il quartier generale dei Benetton, la partita spagnola è seguita con molta attenzione. Per due buoni motivi: primo Abertis è socio di Atlantia, controllata dalla Sintonia dei Benetton, con il 6,68%. Inoltre più volte in questi anni si sono rincorse le voci di una possibile fusione tra Atlantia e Abertis, operazione naufragata a fine 2006 per l'opposizione del governo italiano che voleva difendere l'italianità delle autostrade.
Storie vecchie certo, ma che nonostante sia passato del tempo non hanno perso la loro valenza industriale. Prova ne è il rialzo in controtendenza del titolo Atlantia (2,74%) in Borsa.
Il filo che lega Madrid a Ponzano Veneto passa da Mediobanca. Piazzetta Cuccia, secondo indiscrezioni, sta organizzando il prestito da 8 miliardi insieme a una ventina di altre banche nell'ambito del leverage buy out che stanno studiando la Caixa e Acs, i principali azionisti di Abertis rispettivamente con il 28,91 e il 25,83%, insieme al fondo CvC Capital Partners sul colosso spagnolo. La banca milanese, a sua volta, è azionista di Sintonia, la holding attraverso cui la famiglia Benetton tiene il controllo del gruppo Atlantia. Tra la banca d'affari e la famiglia di Treviso da tempo si è consolidato un rapporto assai stretto. Da Ponzano Veneto assicurano: non c'è allo studio alcuna operazione con Abertis, la posizione non è cambiata dal passato. È altrettanto ovvio però che il disegno industriale di quattro anni fa non ha perso il suo appeal. E gli stessi assetti azionari di Abertis sono mutati molto da allora. In quel momento Abertis aveva un azionariato stabile e risultati in crescita, con la Spagna senza alcun problema finanziario. Oggi vale l'esatto contrario, con l'economia spagnola tra le più deboli in Europa e un azionariato di Abertis instabile con soci pronti a passare la mano. Cosa succederebbe, dunque, se le "nuove" valutazioni dei soci di Abertis si avvicinassero al prezzo che ha sempre avuto in mente la famiglia Benetton?