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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 08:40.
La debolezza del dollaro, valuta di riferimento per quasi tutte le commodities, ieri non è stata sufficiente a frenare la contemporanea flessione dell'oro, che per la prima volta da oltre un mese ha visto un fixing sotto la quota di 1.200 dollari per oncia.
Dal record di 1.261 dollari di lunedì 28 giugno, il metallo ieri pomeriggio è sceso fino a 1.195 $. La cifra resta pur sempre superiore del 4,8% rispetto alla fine del 2009, ma accusa un arretramento del 5,2% in poco più di una settimana, abbastanza da far dubitare diversi operatori dell'attuale consistenza della spinta rialzista.
Di fatto il lungo week end dell'Independence Day ha suscitato una fiammata di ottimismo, a tutto vantaggio dei mercati azionari. L'entusiasmo verso il bene rifugio più classico è crollato e al Comex di New York sono state toccate soglie minime a 1.190,5 $/oz.
Le posizioni "lunghe", quelle all'acquisto, erano largamente prevalenti al Comex fino a venerdì scorso, ma gli operatori hanno rapidamente invertito il trend, dando peso a elementi che spesso nei mesi scorsi erano stati assolutamente trascurati, come l'attesa di un calo dell'import indiano (la Bombay Bullion Market Association teme per il 2010 una discesa del 36%) e la previsione di un rallentamento degli acquisti protettivi, che in Europa erano stati innescati dal ribasso della moneta unica.
La discesa dell'oro ha messo a nudo molte previsioni euforiche e forse superficiali, ma non dovrebbe spaventare chi nei mesi scorsi si è affidato all'oro come a un approdo sicuro. Certamente l'esito del sondaggio condotto lunedì da Bloomberg potrebbe ancora rivelarsi esatto, ma oggi lascia perplessi: su 23 analisti interpellati, 18 si sono espressi a favore di una settimana (questa) di rialzi e due hanno previsto una sostanziale stabilità.
Da Singapore c'è stato anche un esperto pronto a dichiarare incautamente che «è difficile sia infranta la soglia psicologica dei 1.200 dollari». Pochi giorni prima, sul Wall Street Journal, un editoriale aveva mostrato una grande fiducia nell'oro, individuato come uno strumento adatto per proteggersi contro l'inflazione, ma anche contro la deflazione. Un paracadute per tutte le stagioni.