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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 08:31.
ROMA
«Se la maggioranza di governo di cui fai parte si esprime contro di te non ti resta che fare una cosa». Giancarlo Galan, ministro delle Politiche agricole, è pronto a dimettersi: «Berlusconi conosce la mia posizione, ora vediamo se qualcuno mi chiama per risolvere questa vicenda».
Un emendamento del relatore sulle quote latte presentato senza consultare il ministro dell'Agricoltura. Come è potuto accadere?
Non lo chieda a me. Sono stato più volte in commissione al senato. Nessuno mi ha consultato, nemmeno per buona educazione.
Un patto Pdl-Lega senza nemmeno farle una telefonata. Possibile?
Guardi, di possibili patti o compromessi io leggo sui giornali. So soltanto che gli emendamenti da me proposti per far risparmiare lo stato sono stati fermati; quello sulle quote latte, che va in senso contrario, avanza.
Quali erano le sue proposte?
Pensavo di abrogare Buonitalia spa, un ente che costa il 12% delle risorse che gestisce per promuovere il made in Italy agroalimentare. Avrei affidato il compito a dei tecnici interni al ministero. Pensavo di snellire anche l'Unire lasciandole lo sviluppo del settore ippico mentre le scommesse sarebbero andate al Tesoro. Ma niente di fatto: faccio proposte per risparmiare che vengono bocciate. Invece si fa un pasticcio con le quote latte.
Che cosa si rischia?
Lo stato italiano ha già pagato 1,7 miliardi in mancati trasferimenti dall'Europa che li trattiene a fronte delle multe non pagate. Con un ulteriore rinvio scatterebbe una procedura di infrazione e il rischio di dover pagare ancora centinaia di milioni.
Con Bruxelles bisognerà risolvere anche la grana dei fondi Ue non spesi.
Ha ragione Tremonti a dire che la situazione è grave. Ci sono problemi sul fondo per la pesca, ma preoccupano di più gli oltre 20 piani di sviluppo rurale che le regioni hanno voluto fossero approvati a compartimenti stagni, senza cioè poter trasferire risorse dall'uno all'altro. Vanno spesi 1.014 milioni entro il 2010. Ho proposto di spostare la gestione dei fondi Ue per l'agricoltura al mio ministero, rendendo comunicanti i piani. È un'idea, ben venga chi ne ha di migliori.
Le Regioni, accusate di «cialtronismo» sui fondi Ue, sono in guerra sulla manovra. Non un clima idilliaco per tuffarsi nel federalismo. Da ex governatore che idea si è fatto?