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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2010 alle ore 20:07.
L'ultima modifica è del 11 maggio 2010 alle ore 21:50.
Un sistema di controllo preventivo della Ue sulle manovre di bilancio e le riforme strutturali degli Stati membri. È questo uno dei cardini della riforma del Patto europeo di stabilità e di crescita e per il rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche messa a punto dalla Commissione Ue e anticipata dall'Ansa. L'obiettivo - spiega Bruxelles - è quello di individuare «ex-ante» le incoerenze con gli orientamenti di politica economica e di bilancio dettati dalla Ue e gli elementi che rischiano di aumentare gli squilibri macroeconomici all'interno dell'Eurozona. Un esercizio che dovrebbe essere condotto durante il cosiddetto «semestre europeo» al fine di tenerne conto nella predisposizione delle decisioni più importanti da prendere, a livello nazionale, in materia di bilancio.
Tra le proposte da mettere sul tavolo ci sono poi norme più stringenti sui conti pubblici. Per uno Stato con deficit eccessivo e con un debito pubblico sopra il 60% non basterà più riportare il disavanzo sotto la soglia del 3%. La chiusura della procedura Ue dipenderà anche dalla valutazione che la Commissione e il Consiglio Ue daranno sul piano di rientro del debito e sulla sua effettiva attuazione.
Nella bozza della commissione si parla inoltre di un «deposito fruttifero» da costituire in caso di «politiche fiscali inadeguate» per rendere più stringente l'applicazione del Patto europeo di stabilità e di crescita nei confronti di Paesi che non ne rispettano i parametri. L'esecutivo europeo - secondo quanto appreso dall'ANSA - propone poi l'utilizzo dei fondi strutturali e di coesione della Ue per sostenere gli sforzi dei Paesi impegnati nell'opera di risanamento delle proprie finanze pubbliche. Tra le ipotesi sul tappeto, anche la possibilità che sia l'Unione a indicare allo Stato membro come e dove spendere le risorse comunitarie.