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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2010 alle ore 13:51.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 16:58.
A Torino oggi va in scena la «resa dei conti» sull'operato di Angelo Benessia, presidente della Compagnia di San Paolo, principale azionista della maggiore banca italiana, Intesa Sanpaolo. Oggi si riunirà il Consiglio Generale della fondazione: all'ordine del giorno, la verifica della fiducia da parte dell'organo generale nei confronti del presidente. Il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che dopo aver appoggiato Benessia nel fallito tentativo di candidare Domenico Siniscalco alla presidenza di Intesa era poi apparso critico nei confronti del presidente, nelle ultime ore starebbe cercando di frenare la resa dei conti. Ma gli oppositori, a partire dagli 11 su 21 consiglieri che hanno formato un documento di sfiducia a Benessia, sembrano decisi ad andare avanti nel chiarimento definitivo. E anche ieri si sarebbero incontrati (anche a cena da Suor Giuliana Galli) per definire una strategia comune, che sembra passare anche da una serie di passaggi giuridici relativi allo statuto della compagnia (che prevede la revoca del presidente, ma non la sfiducia).
Tecnicamente, le opzioni possibili sono due: i membri potrebbero arrivare a una complicata mediazione per dare continuità all'attività della Compagnia; oppure si potrebbe giungere alla conta, eventualità che al momento vede il presidente in minoranza. La maggioranza, ancorchè risicata, degli 11 consiglieri su 21 che negli scorsi giorni hanno posto la questione, parte da posizioni nettamente contrarie alla strategia dell'avvocato torinese. L'opposizione contesta Benessia a tutto campo, ma è evidente che a esacercabre gli animi – a torto o a ragione – è stata la recente gestione della partita delle nomine al vertice di Intesa Sanpaolo. La banca «opera in un mercato globale» ma non si può dimenticare che l'azionista di maggioranza, la Compagnia di San Paolo, è un soggetto «ad esclusivo scopo sociale e di promozione della persona e dello sviluppo economico». È quanto ha scritto ieri Maurizio Maresca, membro del Consiglio generale della Compagnia, in una lettera inviata in serata al presidente Angelo Benessia, ai membri del Consiglio e del Comitato di gestione. Nel documento, secondo quanto appreso in serata a Torino, alla vigilia del Consiglio di oggi, Maresca sottolinea «una sorta di malessere» venutosi a creare tra Comitato di gestione e Consiglio generale perchè «il primo dei due organi ha voluto esercitare le sue competenze in modo eccessivamente formale, ignorando che deriva i suoi poteri dal Consiglio generale: l'organo che rappresenta il territorio ed è garante dell'attuazione dei fini ultimi della Compagnia». Maresca, che era tra i firmatari della lettera inviata lo scorso 3 maggio a Benessia, non anticipa il suo voto, ed evidenzia che «i territori del Piemonte, ma anche della Liguria, richiedono oggi essenzialmente un'azione molto concreta nel campo delle infrastrutture di coesione». Nel Consiglio Generale proprio oggi debutterà il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Conso.