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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2010 alle ore 08:16.
Suor Giuliana Galli nuovo vicepresidente "di pacificazione" alla Compagnia San Paolo. Superata la fase di "ribellione" di metà del consiglio generale seguita al "caso Salza-Siniscalco-Beltratti", il lungo intervento di chiarmento del presidente Angelo Benessia, l'altroieri, non gli ha solo meritato la fiducia e la tregua: ha anche spianato la strada alla nomina di un nuovo vicepresidente di garanzia a Villa Abegg, in sostituzione di Elsa Fornero. E questo nuovo vice-Benessia sarebbe bene venisse dal «mondo cattolico», ha sollecitato ieri sera Stefano Ambrosini, uno dei consiglieri dissidenti. In questo clima, ieri sera a Torino ha preso rapidamente quota la candidatura della 74enne religiosa, sociologa-manager che ha gestito il Cottolengo torinese e oggi la Fondazione Mamre. Suor Galli fa già parte del consiglio generale della Compagnia su indicazione del sindaco Sergio Chiamparino ed è già previsto che intervenga a un'audizione dei vertici della Compagnia in consiglio comunale.
Nel frattempo, orfana dell'ombra protettiva di Enrico Salza (che però sotto la Mole in pochi considerano del tutto fuori dai giochi) e dell'alleanza di cui era stato prima ispiratore e poi garante, è partita ufficialmente la caccia a un nuovo modello Torino e a nuova classe dirigente pronta a interpretarlo. Con un dubbio amletico, però: serve prima l'uno o l'altra?
Le elezioni comunali incombono e la politica s'interroga. Nella ricerca dei nuovi equilibri post-salziani, la novità più rilevante è generazionale: «L'età dei candidati alle prossime elezioni comunali sarà un fattore determinante», prevede Guido Bolatto, che di anni ne ha 47, da dieci è segretario della Camera di commercio: «Se il centrosinistra dovesse candidare un sessantenne, il rischio di un'altra sconfitta sarebbe alto». Morale: dopo il ruolo baricentrico di Fiat e quindici anni di governo salziano, per la prima volta la palla è in mano ai quarantenni, ispirati dalla designazione di Andrea Beltratti (che quarantenne ormai non è più, ma in compenso è nome nuovo). E la stessa nuova giunta leghista di Roberto Cota ha un'età media di 42 anni.
«Il clima è cambiato» conferma Luca Savarino, 42 anni, ricercatore all'Università del Piemonte orientale nonché presidente di NewTo: «Mi sembra ormai chiaro che la classe dirigente, che in questi anni ha ben interpretato il ruolo che le era stato assegnato, adesso abbia fatto il suo tempo: servono nomi nuovi ma soprattutto un meccanismo di selezione non più autoreferenziale».