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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 08:09.
Prove di distensione tra il governo australiano e le società minerarie, dopo l'annuncio della supertassa che Canberra vorrebbe imporre al settore. In una lettera agli azionisti il presidente di Bhp Billiton, Jac Nasser, scrive che «ogni proposta di riforma dovrebbe applicarsi solo ai nuovi investimenti e non a quelli già esistenti». Un'affermazione che viene interpretata come un passo di avvicinamento a una soluzione negoziata, dopo le prime – spesso veementi – reazioni dei big minerari. La strada verso un accordo non si presenta facile. Lo stesso Nasser ribadisce che «la tassa cambia in modo improvviso e ingiusto le regole del gioco». Marius Klopper, amministratore delegato della stessa Bhp, ha inoltre affermato in un'intervista al Wall Street Journal nel fine settimana che la nuova tassa potrebbe far naufragare il progetto di joint venture con Rio Tinto per la produzione di minerale di ferro nella regione di Pilbara. «Voglio ancora farla – ha detto Kloppers – ma abbiamo tante difficoltà da superare e la tassa porta incertezza». Le due società hanno fissato il termine del 31 dicembre per decidere e nel frattempo stanno già valutando il possibile impatto delle novità.
Anche dal governo australiano arrivano intanto messaggi distensivi. Il ministro per le Risorse e l'energia Martin Ferguson, in particolare, ha riconosciuto che la tassa potrebbe danneggiare gli investimenti e ha auspicato che il negoziato con le minerarie possa condurre a «un compromesso che tuteli contemporaneamente gli interessi degli azionisti e l'interesse nazionale». «Fin dalla presentazione del pacchetto di riforma – ha aggiunto il segretario al Tesoro, Wayne Swan – il governo ha sottolineato molto chiaramente che avrebbe discusso generose disposizioni provvisorie per i progetti esistenti».
A suggerire una possibile via per la mediazione, infine, si è fatto avanti il ministro per le Risorse dello stato del Queensland, Stephen Robertson. Robertson, che si è schierato contro la riforma, sostiene che si dovrebbe quanto meno alzare la soglia che definisce i "superprofitti" da tassare al 40%: il governo ha proposto di applicare il nuovo regime ai progetti che abbiano un ritorno di almeno il 6%, in linea con il rendimento dei bond governativi a lungo termine. Per Robertson la soglia dovrebbe salire all'11 per cento.