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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2010 alle ore 08:44.
L'ultima modifica è del 18 maggio 2010 alle ore 09:10.
Chiusura in territorio lievemente positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,06% a 10.626,66 punti, il Nasdaq avanza dello 0,31% a 2.354,23 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,11% a 1.136,95 punti.
Le borse europee tentano una stabilizzazione in avvio di settimana, ma accusando indebolimenti sul finir di seduta in un quadro che resta altalenante, incerto e volatile dopo le cadute di venerdì scorso, anche a Wall Street che invece torna a calare. Intanto l'euro continua a risultare indebolito, e stamattina è sceso fino ai minimi da quattro anni sul dollaro. I mercati asiatici, che dovevano ancora assorbire le cadute di venerdì, hanno proseguito in netto ribasso. Permangono i timori di fondo per la possibile estensione della crisi di bilancio della Grecia sia ad altri paesi dell'area euro che oltre, ma ora a creare preoccupazioni sono anche le dure manovre correttive dei conti pubblici. La loro necessità è diventata evidente, ma fanno presagire effetti frenanti sulla ripresa economica dell'Unione monetaria. A Milano il Footise-Mib ha chiuso con un più 0,23 dopo che nel corso della seduta aveva registrato rialzi superiori all'1,5 per cento. Francoforte ha chiuso moderando i precedenti recuperi allo 0,17 per cento, mentre Parigi ha chiuso in calo dello 0,47 per cento.
A tarda seduta Londra cede lo 0,09 per cento. Con l'incertezza dietro l'angolo, in mattinata l'euro era sceso fin sotto quota 1,23 dollari, a 1,2237 minimo da quattro anni a questa parte, nel pomeriggio ha tentato di cambiare rotta e in serata si attesta a 1,2328 dollari. La Commissione europea rileva che i cali della divisa favoriscono l'export dell'Ue a 16, ma il presidente dell'Europgruppo, Jean-Claude Juncker si è detto preoccupato dalla rapidità dei deprezzamenti. La questione dei cambi verrà "seguita attentamente" all'incontro dei ministri finanziari dell'area euro oggi a Bruxelles, riunioni che domani proseguiranno estese a tutta l'Ue a 27.
Ma il deprezzamento dell'euro ora crea allarmi anche in Cina: rispetto allo yuan è sceso ai minimi da ben otto anni, dal 2002, e Pechino teme ricadute negative sul suo export verso l'Europa.