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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2010 alle ore 19:41.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2010 alle ore 11:54.
«Questa è l'ultima opportunità per i risparmiatori italiani». Il ministro per le finanze argentino, Amado Boudou, ha cominciato da Roma il road-show europeo per convincere i creditori ad aderire alla nuova offerta di scambio sui Tango bond. Ma ha subito fatto capire che, aderiscano o meno i risparmiatori italiani, l'Argentina ha già la certezza, garantita da un gruppo di titolari di grandi crediti sui Tango bond, che le adesioni supereranno il 60 per cento. Boudou ha anche ammesso che l'offerta presentata la scorsa settimana (il prospetto è disponibile sul sito www.argentina2010offer.com) non è migliorativa rispetto a quella avanzata nel 2005 e alla quale aveva aderito il 76 per cento dei creditori.
L'offerta, al via dal 3 maggio, si protrarrà fino al 7 giugno per gli investitori retail, cioè coloro che hanno crediti per ammontari fino a 50 mila dollari. Per questi soggetti è prevista l'assegnazione (l'offerta Par) di nuovi bond, con scadenza 2038, per un valore pari al 100% di quello nominale dei Tango bond finiti in default più una somma in contanti pari a 823 dollari per gli interessi non pagati tra il 2001 e il 2009. Il plafond complessivo a disposizione, però, non supera i 2 miliardi di dollari.
Per gli investitori con ammontari superiori a 50 mila dollari è prevista un'offerta discount (che scadrà il 12 maggio) con l'assegnazione di nuovi bond pari al 33,7 per cento del valore delle obbligazioni finite in default, più un pagamento degli interessi arretrati previsto in titoli.
Sono 180 mila i risparmiatori italiani ancora in possesso di Tango per un controvalore totale di 4,5 miliardi. I rappresentanti del governo argentino hanno specificato che per aderire all'offerta è necessario recedere dal mandato eventualmente conferito ad associazioni per rappresentare i propri interessi. Ma non è chiaro se questo implichi la rinuncia ad azioni legali, come per coloro che hanno deciso di aderire all'iniziativa della Task Force Argentina (Tfa) che ha promosso un'azione presso l'Icsid. Il Codacons ha invitato i risparmiatori che intendono aderire all'offerta «a non firmare alcun documento che escluda le responsabilità delle banche e, quindi, la possibilità di intentare causa contro gli istituti di credito che hanno venduto bond argentii nel nostro Paese». (L.Ser.)