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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:09.
«Ho saputo che il prossimo candidato sindaco sei tu, congratulazioni…». Scherzava Sergio Chiamparino quando ieri mattina ha accolto suor Giuliana Galli a Palazzo civico, dove è stata ascoltata insieme con il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia. Una battuta, quella del sindaco, che suona come la sintesi perfetta della confusione che ancora si respira all'ombra della Mole intorno al principale azionista di Intesa-Sanpaolo, e più in generale su quello che le istituzioni – in qualità di stakeholder – desiderano chiedere alla loro banca, sistematicamente accusata di pendere troppo verso Milano.
Prima uscita pubblica della coppia Chiamparino-Benessia degli ultimi mesi, l'audizione di ieri da parte dei consiglieri comunali – richiesta in piena bagarre da Agostino Ghiglia (An), ma fissata a temporale ormai passato – avrebbe dovuto essere l'occasione per chiarire dal punto di vista politico come si è consumato il «pasticcio» delle nomine (l'uscita di scena di Domenico Siniscalco, la designazione di Andrea Beltratti) e mettere a punto il ruolo della fondazione sul territorio, a partire dal delicato tema della erogazioni. Dai contributi per l'estate ragazzi fino alla scuola di Chicago, in tre ore e mezza di seduta si è parlato di tutto e quindi di niente, consentendo all'avvocato Benessia di chiudere la seduta tra citazioni dotte e affermazioni di ordine generale sul mondo delle fondazioni, in particolare sul destino certo non immediato di un alleggerimento delle partecipazioni nelle banche: «Le fondazioni in questo momento sono costrette ai lavori forzati e hanno il dovere ineludibile di mantenere un ruolo di stabilità e garanzia del sistema bancario, ma è una situazione che non potrà durare». Insomma, «Speriamo – ha detto Benessia - di poter restituire interamente al mercato il controllo e la gestione delle banche con l'uscita definitiva delle fondazioni». Un tema su cui ieri è stato sollecitato anche l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera che, rispondendo ai giornalisti, ha detto che «la nostra, la mia, esperienza di questi anni è stata molto positiva». «Le fondazioni hanno fornito un nucleo di azionisti che ha permesso di realizzare progetti di medio e lungo periodo – ha detto Passera –, magari se ci fosse stato solo l'orientamento al brevissimo termine non si sarebbero neanche fatti».