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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 09:43.
La più nota e scontata fuga nei mercati è quella «per la qualità», l'intramontabile flight to quality. I BoT-people invece nel 2009, pur privilegiando «gli investimenti in attività finanziarie poco rischiose», sono fuggiti dai rendimenti bassi dei Buoni ordinari del Tesoro e hanno «quasi azzerato» la quota di titoli di Stato a breve scadenza nel portafoglio, dando luogo una "fuga" da 63 miliardi.
Lo rivela la Banca d'Italia nella relazione annuale presentata ieri. Nella vasta gamma degli strumenti d'investimento prescelti dai risparmiatori, il primato del meno gradito per il 2009 spetta al titolo di Stato con durata molto corta, principalmente il BoT. Come nota Palazzo Koch, «gran parte dei titoli di Stato a breve termine in scadenza non sono stati rinnovati a causa dei bassi rendimenti, dando luogo a un flusso netto negativo per 63,365 miliardi che ha quasi azzerato la quota di questo strumento nel portafoglio» mentre «gli investimenti in titoli di Stato hanno riguardato soltanto quelli a medio e a lungo termine». Questo per il 2009.
Il 2010 è iniziato all'insegna dei rendimenti netti negativi per l'investitore privato, con le aste dei BoT a gennaio: la crisi della Grecia, aggravatasi lo scorso aprile, ha fatto lievitare i rendimenti dei BoT che nell'ultima asta dei semestrali la scorsa settimana hanno offerto al risparmiatore lo 0,77% al netto di commissioni massime e ritenuta alla fonte. Resta da vedere se questo ritocco basterà per attrarre i BoT-people. «Scoraggiate dal basso livello dei rendimenti a breve termine, le famiglie e le imprese hanno effettuato cospicue cessioni nette di BoT e CcT (per 65 e 9 miliardi rispettivamente), solo in parte compensate da nuovi investimenti in BTp e CTz», commenta la Banca d'Italia sottolineando che gli acquisti netti di titoli di Stato nel 2009 sono stati effettuati da banche (31 miliardi), fondi, investitori esteri (69 miliardi) concentrati in BoT e BTp. «Nel 2009 la quota di titoli pubblici detenuta all'estero sul totale è salita di circa due punti percentuali al 51%», rileva Palazzo Koch.
Al secondo posto dei flussi netti negativi nel portafoglio delle famiglie spiccano i depositi esteri per oltre 23 miliardi, per effetto dello scudo fiscale (si veda box in questa pagina).