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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 08:10.
Qualche vendita di realizzo sul mercato dell'oro si è materializzata, tanto da far calare dell'1% le quotazioni al fixing di Londra, dove il metallo si è attestato a 1.215 $/oz. Però la flessione, almeno in parte, è da attribuire al contemporaneo rafforzamento del dollaro, la valuta di riferimento. Inoltre la giornata si è chiusa a New York con l'oro nuovamente oltre 1.220 $, a dimostrare che la situazione dell'economia è considerata molto incerta dagli investitori.
Il cedimento di ieri mattina aveva fatto dire a Matt Zeman, operatore del LaSalle Futures Group, che «la corsa dell'oro è senza benzina». Ma il carburante capace di sostenere il bene rifugio per eccellenza evidentemente non manca. Lo aveva detto martedì Bradley George, dell'Investec Global Gold Fund: «L'oro continuerà a salire finché potrà contare su due elementi, i bassi tassi d'interesse e le incertezze in campo macroeconomico».
In effetti, la confusione è innegabile, aggravata dalle dimissioni a Tokyo del premier Yukio Hatoyama, mossa che in Giappone ha immediatamente dato vita a un flusso di vendite di yen e di acquisti di oro.
Resta forte nel mondo anche l'interesse verso gli Exchange traded fund: il più noto di questi strumenti che replicano il prezzo del fixing, l'Spdr Gold Trust, ha rallentato la corsa, ma continua a correggere il record di metallo accumulato, fino alle 1.268,234 tonnellate di martedì.
Da primato anche gli acquisti di monete d'oro a corso legale. L'ultimo dato ufficiale viene dagli Usa, dove la Zecca segnala di aver venduto in maggio 190mila once di American Eagle, un volume mensile che non si era mai visto dal gennaio del '99.
La quotazione del metallo ha assorbito con disinvoltura anche le programmate cessioni del Fondo Monetario Internazionale: in aprile sono state immesse sul mercato libero 14,4 tonnellate, dopo le 5,6 di febbraio e le 18,5 di marzo (ora restano da dismettere gradualmente non più di 152,8 tonnellate).
In India, complice la debolezza della moneta locale, l'oro ha fatto registrare ieri un picco mai visto, a 18.850 rupìe per 10 grammi, ma il record non ha causato la contrazione della domanda al dettaglio, notava ieri Rajesh Mehta, presidente del più grande produttore ed esportatore indiano di gioielli. Segno che ci si attendono nuovi rincari.