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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2010 alle ore 08:18.
Dopo due stagioni consecutive in deficit d'offerta, il mercato dello zucchero è avviato a ritornare in surplus. Le carenze dei mesi passati, tuttavia, hanno portato a consumare un'enorme quantità di scorte, il che rende improbabile un'eccessiva caduta dei prezzi.
È questa la diagnosi su cui stanno convergendo gli analisti, colpiti dall'abbondanza di produzione che si profila non solo in Brasile, ma anche in India, paese che è stato l'epicentro della recente crisi, trasformandosi di colpo da esportatore netto in forte importatore del dolcificante.
La resa delle coltivazioni di canna da zucchero indiane si è dimostrata superiore al previsto anche nella stagione appena conclusa, tanto che le stime sul raccolto sono state più volte riviste al rialzo. Nel 2010-11, grazie a un'ulteriore espansione delle aree coltivate e a un monsone finalmente favorevole, l'India dovrebbe tuttavia godere di un vero e proprio boom di produzione, tanto che il ministro dell'Agricoltura, Sharad Pawar, si è già spinto a prevedere – forse un po' troppo ottimisticamente – un ritorno all'export.
Il passaggio da un deficit a un surplus di offerta, sia in India che a livello globale, è comunque previsto anche da autorevoli esperti del settore. Per Jonathan Kingsman, dell'omonima società, l'eccesso di offerta potrebbe raggiungere addirittura 5,2 milioni di tonnellate, nonostante un'accelerazione dei consumi, stabili nel 2009-10 per la crisi e in crescita del 2,3% a 165 milioni di tonn. nel 2010-11.
Più caute le previsioni di Czarnikow, che dopo un deficit di 11,6 milioni di tonn. nella passata stagione, intravvede un surplus di 2,5 milioni, favorito da una produzione in crescita dell'11% (a 174,3 milioni di tonn). In due anni tuttavia le scorte sono crollate di 27 milioni di tonn, avverte Czarnikow, per cui «il mercato globale resterà fragile». La stessa preoccupazione è condivisa da Sergey Gudoshnikov, senior economist dell'International Sugar Organization (Iso): «Non credo che i prezzi collasseranno. Al momento le scorte sono tra 2,3 e 3 milioni di tonn, giusto quel che basta perché il sistema funzioni».
S. Bel.
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