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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:10.
L'industria degli hedge fund è nel mirino dello Iosco. L'organismo internazionale dei regulator, a quanto è appreso, ha avviato un vero e proprio censimento sul segmento più dinamico dell'industria finanziaria globale additato da molti di rappresentare una delle principali fonti di instabilità sistemiche dei mercati. Già nel febbraio scorso lo Iosco aveva già licenziato un set di informazioni su cui costruire una banca dati internazionale. Ed ora, appunto, passa all'azione con un progetto che verrà portato alla conferenza annuale dell'organismo, che si apre domani a Montreal (Canada).
Le linee d'azione dei regulator sull'industria degli hedge fund sono il frutto di una task force internazionale guidata dal presidente della Consob italiana Lamberto Cardia e dal quello della britannica Fsa, Adair Turner. Con il censimento avviato dai regulator internazionali – per il momento si partirà con una raccolta dati sulle realtà più rilevanti – sarà finalmente possibile ottenere una fotografia nitida su un settore che finora non ha brillato per trasparenza. In particolare il set dei dati elaborato dalla Iosco include una completa disclosure sull'identità degli hedge fund, le loro performance, la composizione delle attività gestite, gli investimenti in prodotti derivati, gli intermediari bancari con i quali simili soggetti intrattegono rapporti creditizi.
Quella sui nuovi investitori istituzionali è una delle attività di frontiera dello Iosco che dalla crisi dei mercati internazionali è spinto anche a ridefinire il proprio ruolo. Finora l'organismo dei regulator ha avuto il merito di fissare gli standard per l'industria finanziaria mondiale, contribuendo non poco ad armonizzare le pratiche esistenti nei diversi paesi.
Nei momenti più turbolenti della crisi, ad esempio, ha mostrato di ben funzionare l'accordo (Mou) per lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità di vigilanza la cui completa adesione diverrà vincolate dal 2013 per tutti i 110 membri dell'organizzazione. Ma tra gli "standard setter" si affacciano anche nuovi protagonisti. Ad esempio il Financial stability board (Fsb), organismo di supporto al G 20 guidato da Mario Draghi (governatore della Banca d'Italia), si è recentemente incamminato sulla stessa strada elaborando suoi principi sulle retribuzioni dei manager, formalmente accolti dal G-20.