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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 08:43.
«L'unico investimento sicuro sono gli immobili». Sulla finanza, come nel calcio, mister Marcello Lippi ha sempre avuto le idee chiare. Dopo la trionfale finale di Berlino 2006, forse per ingannare la noia, forse per mettere a reddito parte dei guadagni di una carriera invidiabile, il ct azzurro ha costituito tre società legate al mattone: la Dast (cassaforte di famiglia condivisa con moglie e figli), la Promoinvest e infine la Health and Sport International Center (sanità). Le ultime due, tuttavia, sono di fatto inattive «in attesa dell'occasione giusta», precisa il Paul Newman delle panchine, che ha scommesso anche sui bagni Twiga (con Flavio Briatore) e sull'energia eolica.
Passando ai raggi X gli investimenti degli alfieri azzurri in Sudafrica, tuttavia, si scopre che la passione mattonara di Lippi ha contagiato la Nazionale con investimenti complessivi che, a valori di libro, superano i 20 milioni. Dal capitano Fabio Cannavaro (ma il suo è un vero e proprio impero che spazia dalle mozzarelle ai ristoranti) al milanista Pirlo, dallo juventino Vincenzo Iaquinta, che neppure tre settimane fa ha costituito la Champions Re, società immobiliare con il procuratore Luca Pasqualin (figlio d'arte di Claudio) e altri calciatori tra cui il compagno di squadra Sebastian Giovinco e il sampdoriano Giampaolo Pazzini. Fino al romanista Daniele De Rossi e allo juventino Gianluigi Buffon, che è sì salito all'11% della Zucchi dichiarandosi un appassionato di Borsa, ma – tra alberghi, case e stabilimenti balneari – può contare su un patrimonio immobiliare di diversi milioni, custodito dalla holding di famiglia Buffon & Co e dalla Hotel Stella della Versilia. Insomma, tanto mattone e pochi rischi. Non è un caso che un vincente come Josè Mourinho, in finanza, preferisce il suo celebre "zeru tituli": «Se dovessi per forza investire un milione non avrei dubbi: niente azioni od obbligazioni ma immobili. Sempre», è il suo motto.
Scorrendo gli investimenti azzurri, in difesa il caposaldo è lui: Fabio Cannavaro, che vanta legami con 11 società tra cui spiccano la Fattoria Gaia (che produce mozzarella di bufala campana e a gennaio scorso ha aumentato il capitale da 30mila a 2,2 milioni di euro) controllata con il socio Pino Serra, che compare anche nella Margot srl, immobiliare costituita dallo stesso Cannavaro proprio un mese fa. Il capitano della Nazionale vanta anche interessi nel mattone con la Cma Immobiliare (debiti per 5,9 milioni) e nel noleggio delle imbarcazioni effettuato dalla Fd Service (controllata con la moglie Daniela Arenoso) mentre non ha avuto fortuna nelle Farmacie Maddaloni, fallita nel 2003.