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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 08:10.
PARIGI
Dopo anni di problemi, incertezze e polemiche, solo belle notizie in arrivo dal Club Med negli ultimi giorni, salutate positivamente in Borsa dagli investitori. Prima di tutto, il ritorno della multinazionale francese dei villaggi vacanze agli utili nell'ultimo semestre, nonostante la crisi e la nube islandese. Poi, l'arrivo (annunciato da tempo) di un nuovo partner cinese, il gruppo Fosun. Che porta in dote il suo know how sul proprio mercato, sempre più importante per il Club Méditerranée. Ma che permette anche di stabilizzare l'azionariato del gruppo contro altri episodi simili a quelli intervenuti nel 2009, quali i tentativi di Bernard Tapie di prenderne il controllo.
Fosun è un gruppo privato da oltre 4 miliardi di euro di ricavi l'anno, attivo nei settori più diversi, dall'acciaio alle costruzioni, passando per la farmaceutica. Ha rilevato da due azionisti del Club (Fipar International e Glg Partners) il 7,1% del capitale. Non è noto quanto i cinesi abbiano sborsato, ma la transizione è stimata a 25 milioni di euro. Fosun potrebbe in seguito accrescere la sua partecipazione, ma non oltre il 10% entro i primi 24 mesi, come stabilito dall'accordo. Il gruppo ha ottenuto che un proprio rappresentante sieda nel Cda, due se supererà la quota del 9%. «Consideriamo questo investimento una cooperazione sul lungo termine – ha spiegato ieri, al Figaro, Guo Guangchang, presidente di Fosun –. La Cina avrà un ruolo importante nella strategia futura del Club Med. La nostra presenza nel cda può essere benefica per entrambi». Proprio in aprile Henri Giscard d'Estaing, alla guida di Club Med, aveva inaugurato, con gli sci ai piedi, il primo villaggio in Cina, a Yabuli, in uno dei distretti della neve emergenti del Paese asiatico. L'obiettivo di Giscard d'Estaing è arrivare a 200mila clienti cinesi nel 2015, così da fare di quel mercato il secondo al mondo del Club Méd, dietro alla Francia. D'altra parte Pechino rappresenta ormai la nuova frontiera per l'industria del turismo: 1,9 milioni di cinesi hanno viaggiato nel 2009 all'interno del proprio Paese, generando ricavi per 120 miliardi di euro.