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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 08:08.
Tintinnii d'argenterie e guaiti di barboncini non riescono a coprire del tutto le voci di madame Liliane Bettencourt, 87 anni, e della variegata fauna che si aggira intorno a lei: avvocati, commercialisti, confidenti. Dalle registrazioni emerge la fragilità psicologica della signora, la donna più ricca di Francia. Emergono anche operazioni finanziarie a destinazione dei paradisi fiscali, connessioni con l'Eliseo (che permettono perfino di sapere in anticipo, in diverse occasioni, quanto verrà deciso dalla giustizia nella lunga querelle che oppone Liliane alla figlia, Françoise Bettencourt-Meyers). E possibili finanziamenti a Nicolas Sarkozy e compagnia.
Mancano ormai pochi giorni: l'avvio del processo che oppone madre e figlia (quest'ultima accusa il dandy fotografo François-Marie Banier, amico di Liliane, di averle spillato qualcosa come un miliardo di euro) è previsto a inizio luglio. E i colpi di scena non mancano, per una vicenda che va al di là dei confini del gossip, perché in palio c'è pure il controllo di una multinazionale come L'Oréal, di cui Liliane Bettencourt è la principale azionista. Con la possibilità, temutissima all'Eliseo, che il secondo, lo svizzero Nestlé, ne approfitti per prendere le redini del gruppo francese.
Primo colpo di scena, appunto: le registrazioni effettuate da un maggiordomo di madame tra il maggio 2009 e il mese scorso, rese pubbliche dal sito Mediapart. La ragione per cui ha introdotto segretamente un piccolo registratore nell'ufficio di Liliane è stato «vedere gente senza scrupoli approfittare della signora». Ha consegnato il suo «bottino» alla figlia, Françoise, che l'ha portato immediatamente al tribunale. Il maggiordomo è stato fermato dalla polizia mercoledì, provvedimento convalidato ieri sera.
Al momento del processo, comunque, quelle intercettazioni clandestine serviranno. Interessanti le conversazioni tra Liliane e Patrice de Maistre, il suo commercialista. Al momento del varo dello scudo fiscale da parte del governo, lei chiede se non bisogna approfittarne. «Se si riportano i soldi in Francia, diventerà tutto troppo complicato», liquida lui la questione.