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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 08:11.
ROMA
Fumata bianca per Giuseppe Mussari alla presidenza dell'Abi, dopo l'approvazione per acclamazione nel corso dell'esecutivo dell'associazione dei banchieri, svoltosi ieri a Milano. Come spiega un comunicato di Palazzo Altieri il Comitato dei saggi, dopo aver preso atto dell'intervenuta indisponibilità di Corrado Faissola, ha proposto all'esecutivo Mussari come candidato per il biennio 2010-2012. Il Comitato esecutivo, all'unanimità, ha poi approvato la candidatura di Giuseppe Mussari da sottoporre al Consiglio direttivo che sarà eletto dall'Assemblea che si riunirà il 15 luglio.
«Il Comitato esecutivo- sottolinea inoltre la nota– ha espresso al Presidente Faissola i più sentiti ringraziamenti per i risultati raggiunti e per l'opera svolta con passione, dedizione, professionalità e impegno, nell'interesse del sistema bancario e più in generale del Paese». Il primo a ringraziare il presidente uscente per il modo in cui ha agevolato, con il ritiro della sua candidatura, un avvicendamento senza traumi alla guida dell'Abi è stato, ovviamente, lo stesso Mussari. La designazione del banchiere calabrese,trapiantato a Siena sin dalla gioventù per gli studi in giurisprudenza, alla guida del Monte dei Paschi dal 2006 dopo essere stato sin dal 2001 al vertice della Fondazione Mps, suggella infatti il ritrovato dialogo all'interno dell'Associazione bancaria italiana e chiude definitivamente la divisione tra grandi e piccole banche emersa nella fase di predisposizione delle candidature. Le contrapposizioni fra i "grandi" che ritenevano di essere sottorappresentati in Abi (il più outspoken in questo senso era stato Alessandro Profumo) e le aziende di credito di dimensioni minori avevano portato per alcuni mesi a una situazione di stallo nel confronto tra Mussari, supportato dai grandi istituti, e Faissola, sostenuto dalle banche popolari e cooperative. Lo scontro era rientrato - con il ritiro della candidatura Faissola - dopo il raggiungimento di un punto di equilibrio attorno al cosiddetto lodo Patuelli, promosso dal presidente del comitato piccole banche dell'Acri, Antonio Patuelli, che prevede un'alternanza biennale tra piccole e grandi banche alla guida dell'associazione. Mussari, non a caso, ha ringraziato anche Patuelli, al quale dovrebbe andare una delle quattro vicepresidenze e la delega per modificare lo statuto. Entro due mesi dalla sua elezione, ha poi promesso Mussari, lo statuto accoglierà le modifiche previste dal lodo. L'unanimità è stata apprezzata dall'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, mentre il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, ha sottolineato il ruolo «determinante» giocato da Patuelli. Molto caute le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che hanno espresso apprezzamento per l'arrivo di Mussari ma attendono il nuovo presidente alla «prova dei fatti» . Di sicuro, c'è almeno una questione sulla quale non è difficile ottenere l'unanimità fra i banchieri: si tratta della crescente avversione alla prospettiva di nuove tasse da imporre al sistema creditizio. Una prospettiva che in campo internazionale è in procinto di essere discussa anche al tavolo del G20 di Toronto.Per le banche italiane è peggio del fumo negli occhi:le aziende di credito italiane si ritengono già oggi tartassate e alle prese con pesanti postumi della recessione reale. Anche l'outlook diffuso ieri dall'Abi, conferma che la qualità degli attivi bancari in Italia é ulteriormente peggiorata nel primo quadrimestre di quest'anno, come effetto principale del persistere dello stato di debolezza del quadro economico reale: alla fine di aprile lo stock di sofferenze lorde ha raggiunto i 65 miliardi, quasi 25,5 miliardi in più rispetto a novembre 2008, quando avevano toccato il valore più contenuto degli ultimi anni. Su base annua l'aumento é del 40%, fra i più elevati degli ultimi anni, e per le sofferenze già rettificate il peggioramento é del 47,5%. Il rapporto sofferenze lorde/impieghi ha raggiunto il 3,6% (2,3% nel novembre 2008 e 2,6% un anno prima).