Cardia sanziona i revisori di Aicon

Mano dura della Consob sui revisori dell'Aicon. L'autorità di vigilanza ha sospeso per due anni Gian Paolo Di Lorenzo, partner di PricewateerhouseCoopers (Pwc) che certifica i bilanci del gruppo cantieristico messinese specializzato in yacht di lusso. Nella scala delle "pene" attualmente in vigore, quella attribuita al revisore di Aicon si colloca a metà strada (la massima prevede una sospensione fino a 5 anni) e tuttavia è di una certa gravità soprattutto considerando il fatto che la vicenda era nata a fine 2007 proprio da una denuncia della Pwc alla stessa Consob su «fatti ritenuti censurabili» riguardanti la Aicon. Di Lorenzo è stato giudicato responsabile di «gravi responsabilità» nello svolgimento dell'attività di revisione relativamente ai bilanci 2006 e 2007 del gruppo, in coincidenza con la quotazione in Borsa della società.
Negli ambienti della Pwc, preannunciando il ricorso contro la sanzione, i rilievi sono stati giudicati non pertinenti e, soprattutto, del tutto spropositata l'entità della multa in considerazione del ruolo attivo svolto dai revisori nella circostanza.
Con i medesimi capi d'accusa e per gli effetti che le irregolarità avevano avuto nel prospetto informativo dell'ammissione al listino la Consob, nel luglio scorso, aveva sanzionato gli amministratori del gruppo per complessivi 540mila euro e, per 100mila euro la Bayerische Hypo-und Vereinsbank (gruppo UniCredit) responsabile del collocamento. La commissione ha anche impugnato il bilancio 2007 del gruppo. Per effetto della crisi che ha colpito la cantieristica di lusso ma anche in seguito alle istruttorie della Consob il titolo dell'Aicon è precipitato in questi anni dai 4,1 euro del collocamento ai 0,27 euro di questi giorni.
La vicenda, appunto, era nata con l'iniziativa di Pwc che, a fine 2007, aveva inviato una segnalazione alla Consob rilevando la presenza di operazioni con parti correlate non indicate come tali (la vendita di yacht a dealer riconducibili al socio di maggioranza di Aicon), rettifiche di ricavi tramite l'emissione di note di credito, irregolarità nella gestione di finanziamenti a breve e nella gestione di assegni (detenuti come forma di garanzia da parte dei clienti committenti ma non incassati). Sollecitata dai rilievi la Consob ha avviato le sue indagini che hanno finito per coinvolgere anche il revisore. A quest'ultimo, tra l'altro, sono state addebitate responsabilità per non aver indagato tempestivamente sulle potenziali parti collegate di Aicon e, soprattutto, sui criteri di contabilizzazione del magazzino barche in costruzione. In pratica la società computava tra i suoi ricavi i costi di costruzione ed, anche, pro-quota il margine atteso dalle vendite. Secondo Pwc una simile procedura era del tutto legittima considerando il tipo di commesse ricevute dal cantiere (che non prevedevano clausole di rescissione da parte dei committenti) ma la Consob ha riscontrato carenze nella documentazione raccolta nel corso delle sue indagini.

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