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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 11:26.
La Cina ha fatto cancellare dalla dichiarazione conclusiva del G-20 l'omaggio collettivo alla decisione di Pechino di modificare il suo regime di cambio, in favore di una più grande flessibilità delo yuan. Un intervento deciso all'ultimo minuto: i commenti elogiativi sullo yuan sono state cancellati dalla versione in inglese del comunicato finale, ma figuravano ancora , durante la notte, nel comunicato in francese.
«La Cina - ha confermato Nicolas Sarkozy - non ha voluto che si parlasse dello yuan nel comunicato finale perché ci tiene a rimarcare che sono sovrani sulle decisioni in materia monetaria». «I cinesi non vogliono che si parli dello yuan, né bene e né male», ha spiegato il minsitro russo delle finanze. Infatti il governo cinese rifiuta di ammettere che ha apprezato lo yuan (dello 0,51% in una settimana) per le pressioni del G 20 per la lettera di Barack Obama che ha invitato a rivalutare la moneta cinese per aiutare la ripresa mondiale.
Molto sereno al G-20 il presidente Hu Jintao ha vantato il suo contributo alla crescita mondiale, con l'aumento della domanda interna, senza menzionare una sola volta il regime di cambio. Per questo durante la conferenza stampa conclusiva Obama si è ben guardato da invitare la Cina a rivaltare di nuovo lo yuan salutando l'intesa cordiale tra Stati Uniti e CIna e invitando il presidente cinese alla Casa Bianca.