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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 14:36.
Segnali di distensione sul mercato monetario e, di riflesso, anche sulle Borse, dopo l'esito delle due aste di rifinanziamento della Bce chiuse questa mattina, in vista della scadenza, domani, della maxi-asta di 442 miliardi a un anno. La Banca centrale europea ha assegnato 131,9 miliardi a tre mesi che si aggiungono ai 162,9 miliardi dell'asta ponte a una settimana lanciata ieri.
Si tratta di un segnale molto importante per i mercati, come dimostra anche la pronta reazione dei listini azionari che, subito dopo l'annuncio Bce, hanno messo a segno un piccolo balzo. Stessa reazione per l'euro che si è immediatamente rafforzato sul dollaro fino a sfiorare quota 1,23.
Facendo due conti, da domani sul mercato monetario dell'eurozona la liquidità si ridurrà dagli 879 miliardi che risultavano in circolazione ieri, a circa 731 miliardi, un calo di quasi il 17% in una sola seduta. La massa di liquidità in circolazione resta comunque a livelli altissimi, ben al di sopra dei livelli pre-crisi e in linea con le quantità degli ultimi mesi del 2008. Può dirsi riuscita, dunque, la prima mossa concreta dell'exit strategy annunciata nei mesi scorsi dalla Banca centrale europea che è riuscita dunque a drenare liquidità dal sistema, per ora senza contraccolpi eccessivi.
Nei giorni scorsi si erano accumulate tensioni, nel timore (leggi l'articolo) che i bisogni di liquidità del sistema bancario della zona euro fossero ancora ai livelli di un anno fa, quando la Bce lanciò per la prima volta un'asta ad un anno e di importo illimitato, proprio per dare un segnale di totale disponibilità, di fronte all'irrigidirsi delle condizioni sul mercato monetario. Operazione 'paracadute' che, ad un anno di distanza, può essere considerata una delle mosse migliori per arginare la crisi. Il fatto che oggi le banche siano state in grado di rinunciare ad una parte così consistente dell'eccesso di liquidità dimostra che c'è maggiore fiducia nel funzionamento del mercato interbancario e, dunque, si può ridurre il ricorso alla rete di sicurezza della banca centrale.
Tutto risolto, dunque? Non proprio. Le tensioni si sono allentate ma comunque rimangono. Il percorso di uscita dall'emergenza è appena iniziato e non sarà privo di ostacoli. L'asta a un anno come quella in scadenza tra oggi e domani non aveva precedenti nella storia delle banche centrali: uno strumento straordinario per affrontare una situazione straordinaria. Se ne riparlerà a settembre, quando scadrà un'asta analoga ma di importo più modesto: si potrà verificare la solidità della strategia Bce che punta ad una struttura dei prestiti della banca centrale più coerente con una situazione di normalità. I risultati di oggi fanno ben sperare per i mesi prossimi e già da domani dovrebbe essere visibile una riduzione del ricorso alla deposit facility da parte delle banche, che a giugno ha raggiunto livelli record.