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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 08:07.
«UniCredit è patrimonio di questa nazione, credo vada difeso. Un governo ha strumenti e modi per far capire il suo peso: tutti lo fanno e l'Italia dovrebbe farlo un po' di più degli altri». Accantonato il vessillo padano, a difendere «l'italianità» di UniCredit scende in campo il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi che ieri ha esternato le proprie preoccupazioni per gli assetti futuri della banca dopo il recente ingresso con il 4,99% del capitale di Aabar Investments, fondo di Abu Dhabi, che affianca la Central Bank of Lybia (anch'essa con il 4,98%) e scavalca la Fondazione Cariverona (4,86%).
Il sindaco Tosi, parlando a Verona a margine del Premio Ok Italia organizzato da UniCredit per le microimprese, ha fatto riferimento a quanto accade all'estero: «Io vedo che gli altri governi, quando qualcuno cerca di mettere i piedi in casa loro, comunque difendono quello che è patrimonio della nazione». Una difesa a tutto campo dell'italianità di UniCredit che, evidentemente, il Sindaco vede minacciata malgrado la banca impieghi, solo tra Verona e provincia, 5,7 miliardi. Ma l'uscita di Tosi va probabilmente letta anche in vista dell'imminente scadenza (ottobre) che vedrà il Comune di Verona giocare un ruolo di primo piano nel rinnovo del vertice della Fondazione Cariverona che, fino a poco tempo fa, era il primo socio dell'istituto.
«Quando entrano partner internazionali nei nostri beni, e che consideriamo assolutamente nostri, qualche preoccupazione c'è – ha aggiunto Tosi – perchè evidentemente non sai mai con chi hai a che fare e quale logica abbia, logica che non può essere nazionale». Rilievi che, apparentemente, sembrano essere condivisi anche dagli attuali vertici della Fondazione. O almeno dal suo capodelegazione nel board di UniCredit, il vicepresidente Luigi Castelletti che in più occasioni, però, ha dimostrato di muoversi in piena autonomia. E forse anche guardando con un certo interesse all'imminente rinnovo al vertice della Fondazione.
L'ingresso di Abu Dhabi nel capitale di UniCredit avrà ripercussioni nella governance della banca? «È un problema che devono verificare i soci – ha risposto Castelletti – è materia di soci, ne stiamo parlando in cda». Nelle prossime settimane si vedrà se l'ingresso dei nuovi soci arabi sarà davvero materia di nuove discussioni, dopo la lunga diatriba interna a UniCredit sul progetto Banca Unica (che sarà approvato in via definitiva a inizio agosto). O se, come pare, le due grandi Fondazioni (Cariverona e Crt) abbiano invece condiviso il sostegno del nuovo socio, peraltro non sconosciuto agli stessi «fondatori» (dato che ha sottoscritto una quota del convertibile "cashes" e ha rilevato una partecipazione di Atlantia, asset assai caro al plenipotenziario di Crt Fabrizio Palenzona).