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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 08:08.
Se il buon giorno si vede dal mattino, le giornate di fine 2009 per i consumatori sono state molto preoccupanti. I prezzi di zucchero, tè, caffè, cacao e succo d'arancia hanno spinto il costo di una prima colazione tradizionale a livelli mai visti nei trent'anni precedenti. Lo nota il rapporto annuale «Cyclope-Les Marchés mondiaux», in uno dei tanti accostamenti tra i mercati delle merci e la vita reale, correlazioni che l'opera mette in luce e analizza a tutto tondo. Il ponderoso libro (787 pagine, nessuna delle quali sprecata), curato da Philippe Chalmin e da una fitta rete di economisti e collaboratori, prosegue e arricchisce, di anno in anno, l'impegno che il professore dell'Università di Parigi-Dauphine iniziò ad assumersi nel 1980, prima con «Matières premières et Exchanges Internationaux», poi con «Les Marchés mondiaux». Uno strumento – arricchito da periodici incontri degli esperti riuniti nel «Cercle CyclOpe» – che riesce a soddisfare la necessità di informazioni rapide, competenti e sintetiche, valide per tutti gli operatori interessati alle materie prime e alle merci in generale.
È un mondo intero, quello che si dispiega nelle pagine del rapporto. Tra il gennaio e la fine del 2009 le quotazioni del piombo sono salite del 139%, quelle del rame del 138%, lo zucchero del 128%, mentre il frumento ha perduto l'11%. Ma non si parla soltanto del maggiore o minore rimbalzo dei prezzi delle commodities. Si affrontano anche i mercati di noli marittimi, linee aeree, turismo, clima, arte. Si analizzano le evoluzioni dei tassi d'interesse, le oscillazione delle valute, i successi degli Exchange traded fund, la reale valenza di assunti quali too big to fail, le tendenze di macrosettori industriali come quelli il tessile e l'automotive. Si possono trovare le analisi su fibre naturali come il sisal o su metalli rari come il renio. Si tracciano i meccanismi economici delle epidemie (un quadro è dedicato alla "Salute, il settimo cavaliere dell'Apocalisse") e quelli dei Mondiali di calcio.
Spicca, infine, la presenza della Cina, che domina, dirige, influenza, a volte soffoca, interi settori dell'attività produttiva. Non è un caso se la copertina è dedicata al Palazzo d'Estate di Pechino, quello nuovo, lo Yiheyuan (il "Giardino dell'armonia educata"), che illustra la prepotente rinascita del colosso asiatico. Centocinquanta anni dopo la seconda guerra dell'oppio e la conseguente distruzione, da parte delle truppe anglo-francesi, dell'antico Palazzo, lo Yuan Ming Yuan, la Cina è ormai il primo esportatore mondiale e lo ha festeggiato quest'anno all'inaugurazione della rutilante vetrina dell'Expo di Shanghai.