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Per Enel la corsa all'oro è in Russia, produzione di gas al via dal 2011

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 17:01.

MOSCA - Enel è "ben avviata" a battere le proprie stesse aspettative sull'Ebitda previsto nel 2010, superando i 16 miliardi di euro; conferma che ottobre sarà il momento giusto per portare in Borsa una quota del 30% di Enel Green Power e ridurre il proprio debito (51,9 miliardi di euro a fine marzo), accompagnando l'Opa alla cessione della rete di distribuzione di gas della spagnola Endesa, prevista in settembre.

Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, ribadisce poi le tappe del programma di avvicinamento al nucleare in Italia, fino alle prime centrali nel 2019-2020: «In un paese che ha bisogno di energia – dice – il nucleare non è la sola soluzione e sta accanto alle energie rinnovabili, al carbone con le tecnologie avanzate, all'efficienza energetica: ma ci renderà normali, uguali a Francia, Germania, Svizzera. Siamo forse più bravi degli altri? No, dobbiamo solo essere uguali».

Fulvio Conti però è a Mosca, dove Enel ha organizzato il suo primo Investor Day sulla Russia. L'occasione per rivedere la strategia dell'operatore italiano che scommette su un paese in cui è completamente integrato, unendo i tre anelli della catena del valore: l'upstream con Severnerghija, la generazione con Ogk-5, la distribuzione con RusEnergoSbyt. Su questi fronti, spiegano i dirigenti di Enel, questo è il momento di mettere a rodaggio gli investimenti fatti (3,4 miliardi dal 2004), e rilanciare sul futuro: da qui al 2014 Enel programma di investire quasi un miliardo (982 milioni di euro) per seguire una crescita della domanda di energia in Russia (Carlo Tamburi, responsabile della Divisione internazionale, stima l'aumento dei consumi quest'anno al 5%) e rinnovare gli impianti migliorandone efficienza e impatto ambientale. L'obiettivo, ha detto Conti ad analisti e investitori, è di quintuplicare l'Ebitda in Russia nel 2014 aumentando i margini di oltre il 20% l'anno, per passare dai 252 milioni del 2009 a 1.099 milioni.

I prossimi tempi saranno particolarmente importanti, perché gli investimenti fatti entreranno in produzione: per la fine del 2011 è atteso il primo gas da Samburgskij Valangian, primo dei giacimenti di Severenerghija, la compagnia della regione siberiana di Yamal-Nenets che Enel (al 19,6%) divide con Gazprom (51%) ed Eni (29,4%). In questo e negli altri giacimenti del gruppo, ha detto a Mosca Marco Arcelli, responsabile Enel per l'upstream, la produzione totale prevista al 2020 è di 25-30 miliardi di metri cubi.

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Nell'ambito del rinnovamento del parco centrali, alla fine dell'anno entreranno in servizio due nuovi cicli combinati da 410 mw ciascuno con un'efficienza superiore al 55%: l'obiettivo è aumentare la capacità installata da 8.200 a 8.800 mw nel 2011. Siamo nell'ambito di Ogk-5, la prima delle società russe di generazione privatizzata e quotata da Enel alla Borsa di Mosca, quattro centrali termoelettriche in regioni di rapido sviluppo per l'industria di cui una in particolare, negli Urali, fornisce più della metà del calore necessario alla città di Ekaterinburg.

«Non siamo qui in Russia alla ricerca di materie prime da esportare – ha detto Conti a Mosca – ma per produrre e per restare, nel lungo termine». Allargando il raggio di azione ai settori in cui il governo russo sta aprendosi alla cooperazione con gli stranieri: l'idroelettrico – Enel ha firmato il mese scorso un'intesa con il primo generatore russo, RusHydro, studiando le possibilità di cooperazione nelle rinnovabili - e il nucleare, dopo l'accordo di aprile con la russa Inter Rao Ues del gruppo Rosatom che dà a Enel, come ha detto l'amministratore delegato, «ancora non quote, ma una posizione privilegiata» per studiare – prima tra le compagnie straniere - la nascita di una centrale nucleare a Kaliningrad.

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