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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 08:05.
GENOVA
Erg accelera sul fronte dell'eolico. E lo fa in compagnia di Lukoil, il partner che dal 2008 affianca la famiglia Garrone nella gestione in joint della Isab di Priolo Gargallo. E sull'esercizio della put option fissata con il socio russo per la raffineria siciliana, Erg intende prendersi «il tempo giusto», senza escludere il ricorso a un esercizio graduale dell'opzione. Partner per il quale il gruppo genovese tiene le porte aperte per il futuro della rete Erg in Sicilia, pari a circa il 15% del mercato isolano, rimasta al di fuori del perimetro tracciato dalla recente joint sottoscritta con la francese Total per le stazioni di servizio.
Alessandro Garrone, amministratore delegato di Erg, guarda all'eolico come a un volano per i progetti di diversificazione e internazionalizzazione del gruppo. Erg Renew, il braccio operativo nel settore delle rinnovabili, e Lukoil hanno firmato un memorandum of understanding che getta i presupposti per far decollare una collaborazione nel mercato delle energie pulite, eolico in testa.
Due anni fa furono i russi a sbarcare in Sicilia, adesso tocca a voi farlo a casa loro.
Con Lukoil stiamo valutando le iniziative nel settore dell'eolico per il mercato russo e per altre aree dell'Europa dell'est. Per il momento non c'è ancora alcun progetto definito. Ma qualche ragionamento in fase avanzata lo stiamo facendo per il mercato bulgaro.
Con Lukoil c'è in ballo la put option sulla raffineria di Priolo.
Si tratta di un'opzione che vale fino al 2014. È nostro dovere capire bene quali saranno gli scenari futuri nel settore della raffinazione e vedere se l'asset collima con il valore della put. Siamo di fronte a una decisione importante e vogliamo prenderci il tempo giusto. Potremmo anche decidere di ricorrere a un esercizio graduale dell'opzione, così come previsto dagli accordi con Lukoil.
Potrebbe essere il gruppo russo il destinatario della rete Erg in Sicilia, esclusa dalla joint che avete sottoscritto con Total?
Perché no? Non escludo che la nostra rete nell'isola possa entrare in un'ottica di integrazione con la raffineria. Potrebbe essere una valorizzazione di questo tipo di asset. Ma se questa non sarà la soluzione, non abbiamo alcun problema a sostenere una nostra presenza autonoma in Sicilia dove sfioriamo una quota di mercato del 15 per cento.