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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2010 alle ore 15:56.
Stress test, l'iniezione di fiducia di Bankitalia e Abi sulla capitalizzazione delle banche italiane va in circolo sulla stampa internazionale. "Draghi fiducioso sugli stress test italiani", titola il Financial Times. Per il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, i risultati degli stress test europei dimostreranno che la capitalizzazione delle banche italiane è "ben al di sopra dei livelli minimi richiesti". Ottimismo condiviso dall'Associazione bancaria italiana.
Le cinque maggiori banche - Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Ubi e Banca Popolare – sono state messe alla prova sulla loro capacità di sostenere perdite in caso di una crescita economica di tre punti inferiore a quella prevista dalla Commissione europea nei prossimi due anni e un aumento di tassi d'interesse al di sopra dei livelli raggiunti in maggio, durante la crisi del debito sovrano greco.
Il Ft cita sia il presidente dell'Abi uscente, Corrado Faissola - "i risultati confermeranno l'alto grado di resistenza del'industria italiana agli shock macrofinanziari" – sia quello entrante, Giuseppe Mussari, presidente di Mps, che ha descritto come "eccellente" lo stato di salute del settore e ha "ripetutamente" negato che Mps abbia bisogno di ricapitalizzazione.
C'è però il nodo dei prestiti: Draghi ha esortato le banche a dare credito "con diligenza e lungimiranza", in particolare alle Pmi.
I risultati degli stress test su 91 banche europee saranno pubblicati il 23 luglio. Sul sito internet di Les Echos, i vari titoli Afp, oltre al governatore "fiducioso", mettono in evidenza le sue dichiarazioni sulla reazione "eccessiva" dei mercati di fronte ai rischi posti dal debito sovrano.
Secondo Draghi, "le turbolenze sui mercati finanziari che, ancora fragili, reagiscono in maniera eccessiva alla forte percezione dei rischi sovrani", sono tra gli ostacoli alla ripresa economica nell'eurozona. Altri ostacoli sono la debolezza della domanda interna in Europa e le possibili tensioni inflazionistiche nei paesi emergenti.
Draghi – si legge ancora sull'Afp - ha anche sottolineato che un'accelerazione dei piani di riduzione dei deficit pubblici è "indispensabile" e avrà "un effetto positivo" sulla ripresa se accompagnata da una riduzione dei differenziali di rendimento tra le obbligazioni di Stato.