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Finanza e Mercati In primo piano

Nei ricavi delle trimestrali americane la spia di una ripresa difficile

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2010 alle ore 20:08.

Non basta macinare profitti (a volte) per alimentare l'entusiasmo degli investitori. La lezione arriva dalla prima settimana della nuova stagione di trimestrali. Il bilancio, fra i big, è negativo. A superare con pieni voti il test dei mercati sono state solo due società statunitensi, Alcoa e Intel . Entrambe le aziende hanno ribaltato le perdite dello scorso anno in utile, con il colosso dei semiconduttori che ha addiritturo festeggiato i migliori conti nei 42 anni di storia. È stata invece rimandata Google, che ha riportato profitti inferiori alle attese.

Quanto alle grandi banche (Jp Morgan, Bank of America e Citigroup) e al big energetico General Electric sono stati tutti colpiti dallo stesso virus: il calo dei ricavi.

Hanno riportato profitti superiori alle attese degli analisti ma hanno visto calare il fatturato. Fra questi, in particolare Bank of America e Citigroup, i cui conti, unitamente al calo della fiducia dei consumatori, hanno contribuito ad affossare le Borse nell'ultima seduta settimanale. Il dato sui ricavi in calo, del resto, fa pendant con quello della fiducia. Ed entrambi portano l'asticella della ripresa economica al ribasso e preoccupano gli investitori.

Ecco, nel dettaglio, il riepilogo dei conti presentati nella prima settimana di trimestrali.

General Electric. Per la prima volta dalla fine del 2007 il gigante industriale americano General Electric (che vale 160 miliardi di dollari in Borsa) ha chiuso il secondo trimestre con 3,3 miliardi di utili, segnando una progressione del 14%, rispetto ai 2,88 miilardi riportati nello stesso periodo dell'anno scorso, Gil utili, 30 centesimi per azione, hanno superato le attese degli analisti (27 centesimi). Si tratta del primo trimestre in crescita dopo sette quarti consecutivi in flessione. C'è però un altro lato della medaglia, ed è quello dei ricavi, scesi di circa il 4% a 37,4 miliardi contro i 38,3 attesi dagli analisti. Per questo motivo in Borsa il titolo è stato penalizzato con un ribasso intorno al 4 per cento. Jeffrey Immelt, presidente del gruppo, ha dichiarato di aspettarsi «un miglioramento dello scenario economico e dei risultati del gruppo».

Bank of America.

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Il maggior istituto di credito Usa per asset ha riportato nel secondo trimestre dell'anno un utile netto di 3,1 miliardi di dollari, pari a 27 centesimi per azione, contro i 3,2 miliardi di dollari dell'analogo periodo del 2009. Profitti in lieve calo, ma migliori delle attese degli analisti che avevano previsto un utile per azione di 22 centesimi.
la banca ha beneficiato del calo dei costi di crediti inevasi. Gli accantonamenti, infatti, sono diminuiti per il quarto trimestre consecutivo toccando quota 8,1 miliardi, 1,7 miliardi in meno rispetto al trimestre precedente e 5,3 miliardi in meno in confronto al secondo trimestre 2009. Gli utiil non sono bastati però a soddisfare gli investitori perché i ricavi di Bank of America sono diminuiti dell'11%, a quota 29,15 miliardi di dollari. Un dato che va a braccetto con il calo della fiducia dei consumatori negli Usa che ha alimentato i ribassi dei mercati azionari di oggi, venerdì. I mercati temono, a questo punto, che la ripresa dell'economia sia più lontana del previsto.

Citigroup. Stessa dinamica per Citigroup, gli utili sono diminuiti su base annua ma hanno battuto le stime. L'istituto ha chiuso il secondo trimestre con un utile di 2,7 miliardi di dollari, in calo del 37% rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno (4,28 miliardi). L'utile per azione si è attestato a 9 centesimi, superando le attese degli analisti che avevano messo in conto un profitto di 5 centesimi. Anche Citigroup ha però sfoggiato ricavi in forte calo. Il fatturato è diminuito del 22% a quota 22,07 miliardi di dollari. Il titolo, al pari delle azioni di Bank of America, è stato penalizzato in Borsa con un ribasso del 4 per cento.

Jp Morgan. I conti trimestrali premiano Jp Morgan chase. La banca statunitense ha riportato per il secondo trimestre dell'anno utili netti per 4,8 miliardi di dollari o 1,09 dollari ad azione in rialzo del 77% rispetto ai 2,7 miliardi o 28 centesimi ad azione di un anno fa. Le attese degli analisti erano per profitti di 74 centesimi ad azione. Secondo quanto reso noto dal gruppo, gli utili sono aumentati grazie anche alla riduzione di 1,5 miliardi degli accantonamenti in vista di perdite su asset sofferenti con un benefit di 36 centesimi ad azione. Il giro d'affari del periodo, tuttavia, ha evidenziato un calo a di 25,1 miliardi contro i 25,62 di un anno fa. Non a caso l'ad Jamie Dimon ha espresso una nota di cautela sulle prospettive per l'economia Usa. «È troppo presto per dire quanti miglioramenti vedremo a partire da qui».

Google. Utili in crescita, ma inferiori alle attese degli esperti, invece per Google. La società che gestice il motore di ricerca più utilizzato nel web ha comunicato di aver chiuso il secondo periodo dell'anno con utili in crescita del 24%, a quota 1,84 miliardi di dollari (rispetto agli 1,49 dello stesso periodo dello scorso anno). Il fatturato ha segnato un incremento del 24% a 6,82 miliardi di dollari. I profitti si sono attestati a quota 6,45 dollari per azione mentre gli analisti si aspettavano che fosse raggiunta la soglia dei 6,52 dollari. titolo è stato penalizzato in Borsa con un ribasso superiore al 6% (tra giovedì e venerdì). ma i vertici sono ottimisti. «Abbiamo avuto un trimestre solido - afferma l'amministratore delegato Eric Schimdt -. Ci sentiamo fiduciosi sul futuro e prevediamo di continuare a investire in modo aggressivo nelle nostra attività di core business». Al 30 giugno Google ha 30,1 miliardi di dollari di liquidità.

Intel. Il gigante dei semiconduttori ha registrato un utile di 2,89 miliardi di dollari, 51 centesimi per azione. Il miglior risultato trimestrale, ha ricordato l'amministratore delegato della società, Paul Otellini, nei 42 anni di storia dell'azienda. Intel ha beneficiato della crescita della domanda nel settore dei computer da parte delle aziende. Il dato assume ancora più rilievo se raffrontato alla perdita dello scorso anno di 398 milioni di dollari, -7 centesimi per azione (che includeva una multa dell'Antitrust europeo di 1,45 miliardi di dollari). Il fatturato è stato di 10,77 miliardi di dollari, in crescita rispetto agli 8,02 miliardi dello scorso anno. Il margine lordo è cresciuto a un livello record del 67% dal 50,8%, al di sopra delle aspettative della società. Un livello che Intel conta di mantenere anche nel terzo trimestre mentre la percentuale sull'anno si attesterebbe al 66 per cento. Già ad aprile la società aveva presentato conti brillanti (con l'utile quadruplicato).

Alcoa. A dare il via alla stagione delle trimestrali è stata Alcoa, il colosso dell'alluminio che ha riportato profitti per 136 milioni di dollari, 13 centesimi ad azione, contro le precedenti perdite per 454 milioni di dollari (-47 centesimi per azione). Il giro d'affari è cresciuto del 22% a 5,19 miliardi di dollari, meglio di quanto previsto dagli analisti che attendevano un utile per 12 centesimi per azione su un fatturato di 5,05 miliardi. Guardando avanti, Alcoa ha alzato le previsioni sui consumi globali di alluminio dal 10 al 12%, sottolineando che nel prossimo futuro la società «continuerà nel suo percorso di eccellenza». È quindi, insieme ad Intel, l'unica società promossa a pieni giri nel secondo trimestre del 2010.

Le prossime trimestrali. In attesa di vedere gli altri conti, la cui presetanzione è calendarizzata nei prossimi giorni (per l'elenco completo degli appuntamenti macroeconomici consultare l'agenda). Tra i big dell'Sp&500 lunedì19 luglio presenteranno i conti Ibm e Texas Instruments. Martedì è la giornata dei bancari Goldman Sachs, State Street, Bank of New York Mellon e dei titoli tecnologici Yahoo e Apple. Mercoledì 21 luglio toccherà a eBay e Morgan Stanley, Coca Cola, Wells Fargo e Qualcomm. Giovedì 22 sono attesi i dati di Amazon e American Express.

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