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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2010 alle ore 19:50.
Pioggia di emissioni da parte dei cosiddetti Pigs, i paesi europei considerati più a rischio per la situazione del loro debito pubblico. Oggi, martedì, Spagna, Irlanda e Grecia hanno collocato complessivamente circa dieci miliardi di euro di titoli di stato riscuotendo una buona accoglienza in termini di domanda. Un'offerta «davvero intensa», ha commentato Unicredit, ma che non ha impedito alle aste «di andare piuttosto bene». Chi ha incontrato difficoltà a rifinanziarsi è stata invece l'Ungheria che, nonostante l'esiguità dell'emissione, non è riuscita a raccogliere quanto sperava (45 miliardi di fiorini, circa 156 milioni di euro).
Spagna. La parte del Leone l'ha fatta la Spagna collocando 6 miliardi di euro di titoli di stato e ottenendo una domanda pari a quasi 2 volte per le scadenze più brevi (12 mesi) e a quasi 2,5 volte per quelle più lunghe (18 mesi). Una richiesta in lieve calo rispetto all'asta precedente ma comunque «ancora piuttosto robusta», ha rilevato Unicredit.
Irlanda. Nonostante il downgrade di Moody's l'asta irlandese ha avuto un'ottima risposta con una richiesta superiore a tre volte l'offerta per gli 1,5 miliardi di euro di bond (scadenze nel 2016 e nel 2020) e soprattutto, con un rendimento inferiore a quelli di mercato in prossimità dell'asta.
Grecia. Bene anche la Grecia che ha collocato 1,95 miliardi di titoli di stato a tre mesi con una domanda pari a 3,85 volte l'offerta. Il rendimento medio del 4,05% è cresciuto rispetto all'asta di aprile ma resta inferiore a quello di mercato. L'esito delle tre aste, che conferma l'appetito degli investitori per il debito dei Pigs, ha contribuito a ridurre gli spread dei Paesi periferici rispetto al bund tedesco.
Ungheria. Fuori dall'Eurozona ha fatto invece fatica l'Ungheria. A tre giorni dall'interruzione dei colloqui con il Fondo monetario internazionale, dopo il rifiuto del governo di adottare ulteriori misure di austerità per tagliare il debito, Budapest non è riuscita a collocare i 45 miliardi di fiorini che era intenzionata ad emettere. A causa della domanda debole sono stati collocati titoli di Stato a tre mesi per soli 35 miliardi e gli investitori hanno richiesto un rendimento più alto rispetto all'asta di una settimana fa (il 5,47%, rispetto al 5,28%).