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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2010 alle ore 18:18.
È Baidu il vero vincitore nel duello tra Google e il governo di Pechino. Il motore di ricerca cinese ha annunciato in settimana di avere più che raddoppiato i suoi utili netti nel corso del secondo trimestre, un periodo durante il quale ha guadagnato ulteriori quote di mercato in Cina rispetto al suo concorrente Google. Gli utili netti sono saliti a 837,4 miliardi di yuan, pari a 123,5 milioni di dollari (+120% annuo), su un giro d'affari in crescita del 74,4% a 1,914 miliardi di yuan (282,3 milioni di dollari), grazie a un traffico più elevato del previsto durante la Coppa del mondo di calcio.
Secondo uno studio della società di ricerche Analysys International, Baidu ha accresciuto la sua posizione dominante sul più grande mercato potenziale di internet al mondo, grazie anche al lungo braccio di ferro che Google ha sostenuto col governo cinese. A fine del
secondo trimestre Baidu aveva una quota del 70% del mercato contro il 24% di Google, che, in precedenza, era al 31% del mercato. «Il prossimo anno sono sicuro che Baidu occuperà ancora di più il centro dell'ecosistema internet in Cina» ha detto l'amministratore delegato di Baidu, Robin Li. «Il risultato - dice ancora Robin Li - dimostra le vaste opportunità del mercato di internet per noi e il riscontro crescente che il marketing ottiene su un motore di ricerca in Cina». Ora il management di Baidu si pone come obiettivo di generare 333.3 milioni di dollari nel terzo trimestre, qualcosa come il 77 per cento in più rispetto alll'anno prima.
I rapporti tra Google e la Cina sono andati deteriorandosi nel corso degli ultimi mesi a causa dell'ostracismo mostrato dal governo cinese: una crisi che ha raggiunto il culmine quando all'inizio dell'anno erano stati sventati diversi mega attacchi informatici provenienti proprio dal colosso emergente dell' economia mondiale e che è proseguita con una rigidissima attività di filtro praticata ai contenuti immessi dal motore di ricerca americano. Google ha deciso così di reindirizzare a partire da marzo scorso i suoi utenti cinesi al server di Hong Kong - privo di censure - pur mantenendo musica, mappe online e altri servizi sul server cinese. L'impennata dei conti economici di Baidu è l'ennesima conferma che la strategia protezionistica di Pechino, tesa a impedire l'ingresso a competitor stranieri, continua a procurare ingenti profitti ai gruppi nazionali.