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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:00.
L'anno scorso c'era una perdita di 22 milioni, quest'anno, a metà anno, compare un robusto utile di 27,5 milioni. In questi 50 milioni di differenza è racchiusa la ripresa di Indesit. I consumi di elettrodomestici sono ripartiti e una gestione prussiana dei costi hanno permesso il ritorno al profitto. La svolta si è concentrata nel secondo trimestre con ricavi a 671 milioni, in rialzo di quasi il 10%, e un utile di 11 milioni (quasi tutto l'utile semestrale).
Nonostante un mercato che ha invertito la rotta, il recupero dell'azienda marchigiana non era così scontata perché nei giorni scorsi i conti del concorrente svedese, e big mondiale, Electrolux, avevano diffuso un po' di nervosismo (e infatti anche Indesit era scesa in borsa).
Ma l'azienda della famiglia Merloni (dove di recente il testimone è passato alla seconda generazione, con la nomina di Andrea Merloni alla presidenza al posto del patron Vittorio) è riuscita a sorprendere il mercato, a tornare in utile. Il giro d'affari, proprio sulla spinta della stagione primaverile, si è incrementato del 5,8% a 1,27 miliardi, la redditività è risalita a 64 milioni (dai 15 del 2009) con una margine del 5%. Se poi si escludessero oneri straordinari (che sono stati di 27 milioni), il risultato sarebbe stato ancor più rotondo con un risultato ante imposte quasi raddoppiato rispetto all'anno scorso (91 milioni contro 50).
L'uomo dei numeri di Indesit è Marco Milani, il manager, preso dall'interno, che la famiglia ha scelto per dirigere l'azienda fondata a Fabriano negli anni '30. E di fronte a un'economia ferita dalla recessione, da una ripresa stentata e difficile, Milani sfoggia un'estrema prudenza. Non nasconde soddisfazione per «risultati molto positivi», ma avverte anche la ripresa è molto a macchia di leopardo: vanno bene Russia e Ucraina, ma non l'Europa dell'Est. E anche all'interno della Vecchia Europa il mercato va due velocità: «Italia e Germania stanno tirando, mentre Francia e Spagna sono al palo».
C'è ancora da lavorare, quindi, e non solo sul versante commerciale, dove Indesit ha vinto la scommessa delle aree geografiche su cui puntare (in particolare la focalizzazione sull'Europa), sul mix di prezzo-prodotto e a un cambio di valuta favorevole per tenere dritta la barra. E anche la finanza necessita di essere tenuta sott'occhio, perchè i debiti sono aumentati: Indesit brucia cassa, nei primi sei mesi è stata assorbita liquidità per 76 milioni (20 milioni in più dell'anno scorso) nonostante una migliore marginalità e questo ha portato i debiti a 366 milioni, in peggioramento da fine 2009, ma in miglioramento rispetto a dodici mesi fa (524 milioni i debiti). Rispetto all'anno scorso, però, oggi il clima è molto più roseo: le consegne ai negozi di elettrodomestici sono aumentate del 4% e per l'intero anno si stima che il mercato del bianco salga del 3%. Con queste premesse, Milani pensa di fare ancor meglio: il giro d'affari di Indesit dovrebbe salire del 6%, mentre il margine operativo lordo balzare del 40 per cento.