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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 08:00.
Ore 16,00. Studio milanese del notaio Carlo Marchetti. Si aprono le buste con le offerte per rilevare con tre gare distinte, dalla procedura di amministrazione straordinaria, i complessi aziendali Ittierre, Gianfranco Ferré e il negozio Ferré di Porto Cervo. Secondo le indiscrezioni, per Ittierre, che produce e distribuisce capi d'abbigliamento di nomi noti come «Just Cavalli», «C'N'C» e «Ermanno Scervino», sono arrivate due offerte: da un lato dal gruppo Albisetti e dall'altro da una corposa cordata formata dagli ex obbligazionisti (Ing, Pioneer Investments e Goldman Sachs), dal gruppo Borletti e dal fondo di private equity Antares di Stefano Romiti. Ancora top secret il valore delle offerte, che – secondo indiscrezioni – dovrebbero aggirarsi intorno a poche decine di milioni. Anche per il complesso aziendale Gianfranco Ferré sono arrivate due proposte: in questo caso sono giunte dall'estero, probabilmente da fondi d'investimento. Inizia così, con la cessione separata dei vari rami d'azienda, lo "spezzatino" del gruppo di moda creato da Tonino Perna: It Holding.
La decisione di vendere separatamente i vari complessi aziendali del gruppo era stata presa dai tre commissari straordinari (Stanislao Chimenti, Andrea Ciccoli e Roberto Spada) già a inizio anno. Ma poi la procedura per Ittierre e Ferré era andata un po' a rilento, tanto che è ufficialmente iniziata solo il 16 giugno. È stata invece più veloce la cessione di Malo (l'altro grande "pezzo" del gruppo It Holding): l'offerta migliore è arrivata dal gruppo Evante formato da alcuni ex manager di Prada, e ora il ministero deve decidere se dare il via libera alla cessione.
Per Ittierre siamo dunque arrivati al punto di svolta. Come detto, si sono fatti avanti in due. La cordata Ing-Pioneer-Goldman-Borletti-Antares intende acquisire il gruppo attraverso una newco, la cui maggioranza sarebbe in mano ai tre partner finanziari ex obbligazionisti. Ma la gestione industriale sarebbe curata dal gruppo Borletti. Il loro progetto industriale è semplice: rinegoziare i contratti di licenza, cercare altri marchi di moda per aumentare le licenze e sfruttare la rete del gruppo Borletti per la vendita. Rete che, in un certo senso, include anche La Rinascente di cui Borletti è un piccolo, ma influente, azionista. E dal gruppo Borletti arriverà infatti uno dei potenziali top manager di Ittierre, in caso di vittoria: si tratta di Paolo Despirt, che in passato è stato anche ad di Ungaro quando faceva parte del gruppo Ferragamo. La gestione finanziaria sarebbe invece curata da Antares, fondo con un target di raccolta da 50 milioni guidato dal nipote di Cesare Romiti (Stefano), insieme a Francesco Casoli e Giovanni Mannucci. Per l'altra cordata interessata ad Ittierre, cioè il gruppo Albisetti, la logica industriale è facilmente immaginabile dato che si tratta di due gruppi con attività molto simili. Ora le procedure per la cessione dei vari complessi aziendali si avviano alle battute finali. Nelle prossime settimane i commissari straordinari e gli advisor (Merdiobanca e Sin&rgetica) potrebbero richiedere dei chiarimenti ai vari offerenti. Poi sarà scelta l'offerta migliore per l'ultimo e definitivo via libera del ministero.