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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2010 alle ore 09:25.
L'economia cinese conferma la fase di atterraggio morbido. Nel mese dl luglio, infatti, dopo quello delle importazioni e i prezzi immobiliari, è diminuito anche il tasso di crescita della produzione industriale, degli investimenti e dei consumi. L'inflazione, invece ha continuato a salire. La produzione industriale è aumentata, infatti, del 13,4% annuo (13,7% giugno), gli investimenti fissi del 24,9% (25,5%), le vendite al dettaglio del 17,9% (18,3%).
Si fa intanto più sostenuta l'inflazione (3,3 , in crescita dal 2,9% di giugno e sopra la soglia di attenzione del 3% fissata dal Governo), anche se l'incremento, a detta degli economisti, è legato alle inondazioni che hanno colpito il paese, facendo lievitare i prezzi dei prodotti alimentari.
In rallentamento anche la massa monetariaa M2 a +17,6% (18,5%) e gli impieghi bancari, una delle variabili che le autorità stanno tenendo sotto controllo per evitare il surriscaldamento dell'economia. ll volume dei nuovi prestiti è sceso a luglio a 532,8 miliardi di yuan (59,9 miliardi di euro) dai 603 miliardi di giugno.
«L'economia cinese sta rallentando, ma non ci sono segnali che sia in atto una brusca frenata» ha affermato Zhu Baoliang, ricercatore dello State Information Center.