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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 10:04.
È un fatto: le società gestite da donne sono più solide e meno a rischio di fallimento di quelle gestite da uomini. Secondo i dati raccolti da SimplyBusiness, un sito comparativo specializzato britannico, meno di un quarto delle imprenditrici (23%) ha dovuto dichiarare fallimento, mentre il 34% degli imprenditori ha visto naufragare il proprio business. Secondo il sondaggio dietro le percentuali c'è una diversa propensione ad affrontare rischi: mentre il 50% degli imprenditori infatti si dichiara "fiducioso", aggressivo e pronto a correre dei rischi solo il 29% delle imprenditrici è altrettanto pronta ad affrontare pericoli o a giocare d'azzardo.
Le donne tendono poi a concentrare la loro attenzione su un'unica impresa mentre gli uomini sono tentati dalla "gestione multipla" e amministrano in media 1,5 società. Durante la recente recessione, l'11% delle imprese gestite da uomini ha licenziato personale contro l'8% di quelle gestite da donne.
La diversa gestione del rischio ha un impatto diretto non solo sulla solidità dell'impresa ma anche sul settore assicurativo: le richieste di indennizzo degli imprenditori sono infatti molto superiori a quelle delle imprenditrici e i businessmen costano in media il 60% in più alle compagnie. Per questo SimplyBusiness ha lanciato una campagna per incoraggiare le compagnie a ridurre i costi per le imprese gestite da donne. «Chiediamo al settore di rivedere i premi per la business insurance – spiega Jason Stockwood, ceo di www.SimplyBusiness.co.uk –. Se le imprenditrici guidano meglio e con maggior cautela le imprese oltre che le auto, dovrebbero essere ricompensate con uno sconto». Un sistema simile è già in vigore nel settore dell'assicurazione auto: le guidatrici pagano meno dei guidatori perché le statistiche dimostrano che commettono meno infrazioni e sono meno coinvolte in incidenti stradali.
In Gran Bretagna l'82% delle multe per eccesso di velocità e l'86% di quelle per guida pericolosa sono state comminate a uomini. La Corte Europea ha respinto un ricorso contro il sistema dei "due pesi e due misure" nel settore assicurazione auto, dichiarando che si tratta di discriminazione legittima e che le compagnie hanno il diritto di tenere in considerazione il sesso dell'assicurato quando stabiliscono i premi da pagare.