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Hp non delude le attese su utili e ricavi. Cosa succederà nel dopo Hurd

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2010 alle ore 13:29.

Dopo il terremoto di inizio agosto coinciso con le scandalo sessuale e le conseguenti dimissioni forzate del Ceo Mark Hurd, in casa Hewlett-Packard si torna a respirare un po' di serenità alla luce dei (più che discreti) risultati del terzo trimestre fiscale 2010. Centrando le aspettative degli analisti di Wall Street, la casa californiana ha registrato infatti un fatturato di 30,7 miliardi di dollari, l'11,4% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e utili netti per 1,8 miliardi (75 centesimi per azione), tasse e costi relativi a cause legali esclusi.

Nel trimestre hanno brillato in modo particolare i conti della divisione pc, con ricavi in salita del 17% (a quota 9,9 miliardi di dollari) e vendite in volumi in crescita del 12% anno su anno. A Palo Alto sono quindi ottimisti per l'immediato futuro dopo la bufera che ha investito l'ex numero uno e il Chief Financial Officer e attuale Ceo ad interim Cathie Lesjak ha tempestivamente sottolineato come la buona trimestrale "dimostri la forza della nostra strategia" e l'efficacia dei processi operativi della compagnia. In altri termini la società è solida, sa perfettamente come muoversi in un mercato sempre più difficile e può tranquillamente cercare un nuovo amministratore delegato che prosegua il (buon) lavoro compiuto in un quinquennio da Hurd.

Cosa cambia (e cosa non) dopo l'addio di Mark Hurd
Nei mesi a venire poco o nulla cambierà nella stanza dei bottoni di Hp, tantomeno verrà messa in discussione la strategia di business voluta e consolidata dal dimissionario Ceo. Del resto la capacità di Hurd di tirar fuori dal pantano la compagnia nel momento più turbolento della sua storia è stata da tutti riconosciuta e anche la gestione della crisi economica dell'ultimo biennio è stata all'altezza della situazione.

Hewlett-Packard è in sostanza un'azienda che gode di buona salute (il suo valore in Borsa ha raggiunto sotto la guida di Hurd i 108 miliardi di dollari) e che a pieno titolo può vantare un ruolo di primissimo piano nell'industria hi-tech mondiale, Chi prenderà in mano il timone della società, questo il pensiero degli addetti ai lavori americani, non apporterà quindi alcun drastico cambiamento di rotta. E lo ha detto a chiare lettere – "There is no impetus at all for us to change the strategy" - anche la Lesjak in occasione dell'annuncio dell'ultima trimestrale, dimostrando grande fiducia nei top manager che guidano le varie business unit (300mila i dipendenti complessivi nel mondo) della compagnia.

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Tags Correlati: Acer | Ann Livermore | Asus | Carol Bartz | Charles Phillips | Cisco Systems | Dati di bilancio | Hewlett Packard | Hewlett-Packard | Mark Hurd | Oracle | Padmasree Warrior | Samsung Informatica | Steven Mills | Todd Bradley | Windows

 

L'opera di ristrutturazione e taglio dei costi operata da Hurd, dicono casomai alcuni analisti, deve lasciare ora il passo a una più concreta attenzione all'innovazione sottoforma di soluzioni e prodotti per le aziende e i consumatori. Nei servizi It per le grandi organizzazioni, Hp se la dovrà vedere sempre e comunque con Ibm e per il nuovo Ceo il compito sarà quello di continuare a crescere in questa direzione. Nei computer la priorità è invece quella di respingere l'assalto dei produttori asiatici – Acer, Asus e Samsung – mentre in campo mobile ci si aspetta (da mesi ormai) il botto alla voce tablet. Stando al numero uno della divisione Personal Systems Group, Todd Bradley, Hp porterà sul mercato prossimamente due dispositivi a tavoletta, uno basato su Windows 7 e l'altro (all'inizio del 2011) sulla piattaforma WebOs avuta in dote con l'acquisizione di Palm.

I possibili candidati alla poltrona
Chi si siederà sulla poltrona di Ceo dovrà gestire una compagnia che nell'esercizio 2009 ha sviluppato un fatturato di 114 miliardi di dollari. Compito quindi impegnativo e non alla portata di tutti. Per il board di Hewlett Packard i candidati in ogni caso non mancano e una di questi è Ann Livermore, attuale Executive vice president della divisione Enterprise Business (la più importante, considerando anche le attività di Eds, in termini di fatturato del gruppo, con oltre 54 miliardi di dollari) ed esponente della vecchia guardia della società californiana (è entrata Hp nel 1982). Un altro Vice President papabile di promozione è Vyomesh Joshi, oggi numero uno della Imaging and Printing Group (29 miliardi di dollari di fatturato annuale) ed in forza alla società dal 1980.

La terza possibile scelta interna porta il nome di Todd Bradley, anch'egli Executive Vp e capo del business dei pc. Dalla sua il fatto di aver già ricoperto la carica di Ceo in passato, quando fu per tre anni alla guida di Palm (ed a lui si deve, di fatto, l'operazione da 1,2 miliardi che ha portato il produttore dei palmari nelle mani di Hp). Nel toto poltrone figurano quindi alcuni nomi altisonanti dell'industria tecnologica, che lasciano aperte suggestive ipotesi di ribaltoni in seno alle principali multinazionali hi-tech americane.

In rapida carrellata questi secondo i media americani sono: Carol Bartz, Ceo e Presidente di Yahoo; Steven Mills, Senior vice president and software group executive in Ibm; Charles Phillips, Presidente di Oracle; Padmasree Warrior, Chief technology officer di Cisco. L'erede di Mark Hurd, salvo sorprese, opera attualmente nella Silicon Valley (con l'eccezione di Mills) e di conseguenza non dovrebbe fare troppa strada per raggiungere la nuova sede di lavoro.

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