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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2010 alle ore 17:22.
Il jackpot del Superenalotto di martedì prossimo (119,5 milioni) vale di più di numerose società quotate. Circa un terzo del listino è sotto la soglia del maxi-premio. Ad esempio, ai prezzi di venerdi in Piazza Affari, il valore che il mercato assegnava all'As Roma era proprio di 119 milioni. Un ipotetico vincitore, tifoso di Totti, potrebbe inseguire la follia di presentare un'offerta per la società giallorossa. Da tempo in vendita perchè fortemente indebitata e in perdita, con necessità di una ricapitalizzazione.
Un acquisto ovviamente soltanto del cuore, non certo un buon investimento finanziario. Con il jackpot ai massimi e la Borsa vicina ai minimi del mese (l'indice Ftse Mib è sotto i 20mila punti non lontano dai 18.383 toccati il 25 maggio) il vincitore potrebbe teoricamente comprarsi (se poste in vendita) società dell'energia, immobiliari, editoriali, marchi di lusso e perfino una banca online (IwBank che il mercato valuta complessivamente 114 milioni). Nel gioco teorico va considerato che il controllo di una società può essere garantito con il 50,1% delle azioni e anche meno.
Utilizzando meccanismi a cascata (possesso di un 50,1% di una società controllata al 50,1% e cosi via) le società potenzialmente a portata di mano raddoppiano. D'altra parte bisogna ricordare che in caso di acquisto di una società sana va invece offerto agli azionisti un premio del 15-20 per cento sui prezzi correnti di borsa. Circa 15 milioni di italiani giocano con regolarità il Superenalotto e nelle fasi di massima potenzialità di vincita, come in queste settimane, se ne aggiungono altri cinque milioni. Da inizio anno sono stati destinati alla sestina circa 1,6 miliardi, che è poi solo il 3% circa dell'intero ammontare della raccolta dei giochi pubblici nel 2009. Ipotizzando che il corrispettivo di 617 milioni di schedine Sisal giocate da inizio anno fosse stato invece destinato a un fondo di investimento azionario specializzato su Piazzaffari il gestore, magari poco attento alla diversificazione, avrebbe avuto la possibilità di avvicinare il controllo o acquistare quote determinanti di tante star del listino. Compresa Lottomatica, concorrente di Sisal e valutata venerdì 1,8 miliardi.