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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 08:00.
Il re dei fertilizzanti passa al contrattacco. Bill Doyle, ceo di Potash Corp of Saskatchewan, fin dal primo momento non era stato tenero nei confronti della scalata di Bhp Billiton, definendola un «tentativo di furto» della società. Incassata la bocciatura ufficiale ed unanime dell'operazione da parte del board – che sconsiglia «vivamente» agli azionisti di aderire all'offerta – Doyle si incarica ora di rinfocolare personalmente l'aspettativa di un deal alternativo. Una strategia che sembra mirata a sollecitare – più che a pubblicizzare – l'arrivo di potenziali cavalieri bianchi.
Le voci riprese dai media internazionali sono d'altra parte sempre più numerose. All'«attenta osservazione della vicenda» ammessa dai cinesi di Sinochem, si affiancano ora le indiscrezioni di fonte anonima (e le smentite, altrettanto anonime) di un interesse da parte della mineraria brasiliana Vale e la presunta discesa in campo, registrata dal Wall Street Journal, di un consorzio guidato dal fondo cinese di private equity Hopu Investment Management, che avrebbe aggregato investitori di Canada, Stati Uniti e Asia, tra cui almeno due fondi sovrani, per valutare la praticabilità di una controfferta per Potash.
Doyle non fa nomi. Ma giura di aver raccolto un «eccezionale» interesse da parte di un buon numero di potenziali partner da opporre a Bhp, alcuni dei quali si sono fatti vivi «fin dalle prime ore» successive alla notizia che aveva respinto l'offerta da 38,6 miliardi di dollari. La stessa Potash si è inoltre messa in contatto «con un certo numero di terze parti, che si sono dette interessate a considerare operazioni alternative», non necessariamente di cessione.
«Perché porre limiti all'immaginazione?», si chiede Doyle, chiarendo che la scelta richiederà un lungo processo e che avverrà soprattutto in base a un criterio, quello del «valore». Gli australiani sono comunque avvertiti: «È un gioco pericoloso pensare di essere gli unici sulla piazza».
Gli azionisti sondati da Doyle non sembrano d'altra parte inclini a cedere a Bhp. «Nessuno pensa che un'offerta da 130 dollari per azione possa andare lontano». In borsa Potash ha già superato 150 dollari. Ma se ciò non bastasse, c'è una lunga e argomentata serie di motivazioni che la società elenca nella lettera con cui esorta a boicottare l'opa Bhp: un'opa «opportunistica» e «comletamente inadeguata», che «non riesce a riflettere il valore della posizione di primo piano di Potash Corp in un'industria strategicamente vitale, né le sue ineguagliabili prospettive di di crescita».