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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 08:00.
Finirà con un'Opa ostile? Troppo presto per dirlo. Ma una cosa è certa: l'acquisizione di Genzyme, società farmaceutica statunitense, specializzata nella biotecnologia, da parte della francese Sanofi-Aventis, uno dei colossi del settore a livello mondiale, è bloccata nelle paludi di ostici negoziati. Le parti non comunicano, ma, come indicato ieri dal sito del Wall Street Journal, esiste un profondo disaccordo sul prezzo.
I francesi hanno offerto, già a fine luglio, 69 dollari per azione: come dire, 18,4 miliardi di dollari. Ma gli azionisti di Genzyme (fra i quali alcuni personaggi davvero «tosti» e sistematicamente duri in trattative di questo tipo, come Carl C. Icahn e Ralph Whitworth) vogliono di più. Non scenderebbero sotto la quota degli 80 dollari. Le discussioni continuano, ma l'impasse potrebbe sfociare in un'Opa ostile.
Sanofi-Aventis, che negli ultimi mesi ha visto arrivare a conclusione i brevetti di alcuni dei suoi medicinali più importanti, ha bisogno di comprare Genzyme, forte nei farmaci biologici, dove, invece, il gruppo francese è notoriamente debole. Sanofi-Aventis, inoltre, ha un indebitamento ridotto (4,1 miliardi di euro a fine 2009) e dispone di un free cash flow di otto miliardi: può pagare. Vuole, però, evitare un aumento di capitale per portare a termine l'operazione. Insomma, fino a quanto è disposta ad aprire il portafogli? «Credo non arriverà mai sopra gli 80 dollari – sottolinea Hervé Manign, esperto a Parigi di fusioni e acquisizioni – e ritengo che gli azionisti di Genzyme, pure i più accaniti nel negoziato, non scenderanno mai sotto i 75». Bisogna, quindi, trovare un livello intermedio, che vada bene a tutti. Non è facile.
Sanofi-Aventis ha rifiutato finora di dare cifre e dire chiaramente quanto è disposta a sborsare per la società nordamericana, che porterebbe in dote una serie di farmaci (con tanto di brevetti) destinati a malattie genetiche e rare, la sua specialità, da aggiungere alla sua offerta. Secondo gli analisti, si tratterebbe comunque al massimo di circa venti miliardi di euro. Il negoziato (che potrebbe prolungarsi fino alla fine dell'anno) sta penalizzando l'azione Sanofi-Aventis in borsa. Ieri ha chiuso con un pesante ribasso (-2,36%, scivolando a 44,74 euro). Il titolo resta debole anche rispetto all'inizio dell'anno (-18,7%), malgrado performance finanziarie del gruppo (vedi i dati del primo semestre 2009) più che soddisfacenti.