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Finanza e Mercati In primo piano

Crescita debole per l'America

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2010 alle ore 08:24.

Una crescita dimezzata. Ad accogliere oggi le riflessioni sulle sfide economiche e di politica monetaria del futuro, al summit di Jackson Hole della Federal Reserve, sarà un presente fatto di dati e previsioni che minacciano di giustificare gli allarmi sull'espansione. La già lenta marcia americana fuori dalla crisi, se si avvereranno le attese sul Pil di analisti e operatori di mercato, dovrebbe essere drasticamente ridimensionata: al passo dell'1%, al più dell'1,5%, dal 2,4% finora calcolato per il secondo trimestre.

Anche le attese per il trimestre in corso, il terzo, offrono scarse ragioni d'ottimismo: la litania di statistiche deludenti, dagli indici manifatturieri regionali a quelli immobiliari, nelle ultime settimane si è solo allungata. Facendo temere che tra luglio e settembre la crescita possa rimanere inchiodata all'1%, a sua volta dimezzata rispetto a precedenti stime.
Contro la paura che la stagnazione - o peggio ricadute in recessione e deflazione - abbiano la meglio sul tradizionale dinamismo degli Stati Uniti, poco ha potuto ieri un dato superiore ai pronostici. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese di 31mila (primo declino in un mese) a quota 473mila (sotto la soglia psicologia di 500mila). Il livello, tuttavia, è ancora molto elevato e la più seguita media dei sussidi nell'arco delle quattro settimane è in rialzo: ha registrato un incremento di 3.250 domande a quota 468.750, il massimo da novembre.

La disoccupazione, al 9,5%, è uno dei segnali più evidenti della continua crisi strisciante. Non è il solo: a mettere in dubbio il cammino dell'espansione di recente sono arrivati i passaggi di proprietà di vecchie abitazioni, crollati in luglio del 27% ai minimi da 15 anni, e le vendite di nuove case, diminuite del 12,4 per cento. Gli ordini di beni durevoli, depurati della volatile componente dei trasporti, sono a loro volta arretrati nel mese scorso del 3,8 per cento. L'ultima doccia fredda sull'industria viene dalla sede Fed di Kansas City, organizzatrice del convegno di Jackson Hole: il manufacturing index della sua regione è sceso a zero. Davanti a simili numeri Mohamed El-Erian, guru di Pimco, ha avvertito che la crescita «perde slancio» e che il rischio deflazione è almeno del 25 per cento.

Tags Correlati: Fed | Jackson Hole | Mohamed El-Erian | Occupazione

 

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