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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2010 alle ore 09:42.
Svolta, positiva, nella gestione di Iberia. Il secondo trimestre dell'anno si è infatti saldato con un utile di 31 milioni, rispetto ai 73 milioni di deficit dell'anno prima. Ancora negativo, invece, il cumulo del primo semestre che chiude in rosso di 21 milioni, ma con uno spettacolare miglioramento (87,4%) rispetto all'analogo periodo del 2009, quando la compagnia perse 165 milioni. La compagnia interrompe così una ininterrotta serie negativa di risultati, iniziata alla fine del 2008.
Insomma, Iberia si sta preparando nel migliore dei modi per affrontare entro fine anno l'attesa fusione con British Airways e per dare avvio alla collaborazione a tre con American Airlines. Quanto basta per rafforzare le rotte internazionali, in particolare quelle con destinazione Usa e America latina, ma ovviamente anche Europa.
Bisogna effettivamente dire che gli spagnoli stanno facendo le cose per bene. Nell'ultimo semestre l'equipe guidata dal presidente Antonio Vazquez ha gestito l'azienda avendo particolare attenzione a efficienza e qualità del servizio. Tant'è vero che i costi sono sensibilmente diminuiti, mentre sono sostanzialmente migliorate le situazioni patrimoniale e finanziaria di gruppo. Con una riduzione dell'indebitamento netto del 24,6%. Così come sono stati d'aiuto la quotazione in Borsa di Amadeus, di cui la compagnia controlla poco più dell'11%, e i risultati incoraggianti di Vueling nei primi sei mesi (utile di 4 milioni), detenuta per il 45,85%. Ha pesato invece per 20 milioni di euro l'eruzione del vulcano islandese che ha determinato la cancellazione di circa 900 voli della compagnia.
Per quel che riguarda la seconda parte del 2010, la carne al fuoco è parecchia. Iberia conta di aprire nuove rotte su Cordoba (Argentina), Panama, El Salvador, oltre a rafforzare l'alleanza con Ba e American. Così come continuerà a monitorare e a programmare aggiustamenti sulle rotte interne, per ovviare a un mercato domestico piuttosto fiacco. È del resto in questo contesto che Iberia sta da alcuni mesi riflettendo se lanciare o meno una compagnia "low cost", con un modello di business che permetta di rendere i voli domestici competitivi e redditizi.