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Finanza e Mercati Materie Prime

Rio Tinto investe 1,3 miliardi nel ferro

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2010 alle ore 08:05.

Mentre il destino della joint venture con Bhp Billiton resta in sospeso, Rio Tinto preme l'acceleratore su progetti autonomi di sviluppo nel minerale di ferro. Il gruppo guidato da Tom Albanese ha appena approvato un investimento da 1,32 miliardi di dollari per una nuova miniera in Australia, con l'obiettivo di produrre 15 milioni di tonnellate della materia prima utilizzata in siderurgia a partire dal 2013. L'alleato in questo caso è la Hope Downs Iron Ore, una piccola mineraria di proprietà controllata da Gina Rinehart, la donna più ricca d'Australia.
Lo sviluppo della miniera a cielo aperto Hope Downs 4 verrà finanziato in parti uguali dai due partner, con 607 mlioni ciascuno. Rio Tinto spenderà inoltre altri 425 milioni per la costruzione di una ferrovia, un terminal marittimo per l'export della produzione e una centrale elettrica dedicata ad alimentare l'impianto. Il progetto, sottolinea Sam Walsh, ceo della divisione Minerale di ferro, «dimostra la capacità di Rio Tinto di portare sul mercato ampie risorse di alta qualità, per mantere l'attuale output di 225 milioni di tonnellate l'anno, con la stessa attenzione con cui cerchiamo di espandere la produzione nel Pilbara a 330 milioni di tonnellate l'anno entro il 2015».
La joint venture con Bhp nel Pilbara – un progetto ben più ambizioso, del valore di 116 miliardi – deve ancora passare il vaglio delle autorità antitrust australiane, cinesi ed europee: traguardo difficile, che secondo alcuni analisti mette in dubbio la sua praticabilità.
Le stesse Rio e Bhp si apprestano intanto a seguire la concorrente brasiliana Vale nell'applicare per il quarto trimestre una riduzione del 10-15% sul prezzo delle forniture contrattuali di minerale di ferro, che dovrebbe così scendere a 130-135 $/tonn. Lo "sconto" è conseguenza diretta del nuovo sistema di fissazione dei prezzi, che ne aggancia il livello a quello del mercato spot cinese.
Secondo l'agenzia giapponese Nikkei, per l'ultimo trimestre dell'anno Bhp starebbe inoltre negoziando con le acciaierie del paese asiatico un ribasso tra il 4 e il 10% anche per il prezzo del carbone da coke.
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