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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 16:12.
Petroleo Brasileiro (Petrobas), la più grande società dell'America Latina per capitalizzazione borsistica, verserà al governo di San Paolo 42,5 miliardi di dollari in nuove azioni. In cambio otterrà il diritto a produrre 5 miliardi barili di petrolio in riserve offshore. Tradotto in unità minime, la compagnia pagherà una media di 8,51 dollari per barile di petrolio. Prezzo concordato dopo due settimane di negoziati con il governo. Più della metà del petrolio proverrà dai giacimenti di Franco nel bacino di Santos. Il valore destinato a riserva stabilirà il numero di nuove azioni che Petrobras dovrà offrire agli investitori privati attraverso un'offerta pubblica mirata a raccogliere fondi per 224 miliardi di dollari, necessari per l'estrazione e la raffinazione nei nuovi giacimenti.
«È la più grande operazione mai realizzata nel settore», ha dichiarato il ministero delle Finanze brasiliano, Guido Mantega. Ma l'operazione, in realtà, non convince del tutto gli analisti finanziari che si aspettavano un prezzo più basso. Il prezzo è «certamente nella fascia alta» di quanto gli investitori si aspettavano, ha sottolineato Gianni Berna, presidente di Brookshire Advisory & Research, società di analisi con sede a Chicago. Secondo Lilyanna Yang, analista di Ubs, un prezzo superiore a 7,5 dollari intaccherebbe i dividendi del gruppo. Secondo Haroldo Lima, capo dell'Autorità brasiliana di regolamentazione del petrolio, nota come Anp, aveva riferito ai media locali in una recente intervista del 12 agosto che un prezzo di 8 dollari al barile sarebbe stato «ragionevole». Secondo Jason Kenney, alla guida dell'area ricerca petrolio e gas di Ing Bank a Edimburgo, «c'è un po' di confusione perché non è chiaro se il prezzo di 8,51 dollari sia al netto o al lordo delle tasse». I dubbi saranno probabilmente sciolti domani, quando Petrobras dovrebbe fornire i dettagli dell'offerta.
Dei 5 miliardi di barili, 3,1 verranno dai campi di Franco e 1,07 dai campi di Florim Iara. I diritti all'estrazione delle riserve di petrolio acquistati da Petrobras riguarderanno anche le aree di Tupi Sul e Guara.
Il cambio di riserve per azioni fa parte del nuovo piano del presidente del Brasile, Inacio Lula - che si è detto soddisfatto del prezzo concordato- che intende incrementare il peso del governo nel settore dopo che Petrobras ha scoperto le riserve del campo Tufi, la più grande scoperta di Petrolio dopo quella del campo messicano di Cantarell, che risale al 1976.