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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 08:02.
PARIGI
Finirà una volta per tutte la battaglia più o meno esplicita fra Edf e Areva, i due giganti, entrambi in mani pubbliche, del nucleare francese? Sì, quella disfida che rende non poco zoppicante un'industria sulla carta numero uno nel mondo? Ebbene, siamo sulla buona strada. Gli amministratori delegati dei due gruppi (Henri Proglio per Edf, amicissimo di Nicolas Sarkozy, e Anne Lauvergeon, invisa al presidente), si parlano. Ed è già molto. Devono decidere come coordinarsi, per evitare gli errori passati.
Edf, che solo in Francia gestisce la bellezza di 58 centrali, e Areva, fornitore numero uno della tecnologia atomica nel mondo, insieme potrebbero fare faville. E, invece, a causa delle diatribe fra i loro vertici, hanno perso diversi treni. Lo scorso gennaio, ad esempio, ad Abu Dhabi un consorzio francese, che li vedeva in pole position, si è visto strappare un appalto da 20 miliardi di dollari da un tandem nippo-coreano, proprio per l'incapacità dei francesi a lavorare assieme. Esistono tanti altri problemi, come quello dell'impianto Areva di Tricastin per l'arricchimento dell'uranio utilizzato da Edf, che potrebbe chiudere i battenti per l'impossibilità dei due gruppi di arrivare a un accordo sul contratto per il 2011-2012. Robe da matti. Tanto che Nicolas Sarkozy, nel luglio scorso, ha imposto loro la pace, favorendo, ovviamente, Proglio. E proclamando Edf capofila dell'industria nucleare, sia all'interno che a livello internazionale. Secondo il presidente, per suggellare tale predominio Edf avrebbe dovuto partecipare all'aumento di capitale, già previsto, del 15% per Areva (dal lontano giugno 2009). Edf sarebbe dovuto salire dalla quota attuale detenuta, appena il 2,4% anche fino al dieci.
In effetti negli ultimi giorni Proglio e Lauvergeon hanno cominciato a parlarsi. Non c'è niente di ufficiale, ma le voci corrono in questo senso a Parigi. Hanno addirittura creato una serie di gruppi di esperti comuni, per trovare un compromesso su ogni punto. Uno, fra gli altri, su come organizzare l'offensiva all'estero, per non perdere altre occasioni. Un altro gruppo vuole capire come allargare l'offerta di reattori da parte di Areva, per non limitarsi solo al supertecnologico (e carissimo) Epr. Edf e Areva stanno anche discutendo dell'aumento di capitale. E sembra che Proglio abbia già rinunciato a parteciparvi, nonostante questa fosse la volontà di Sarkozy (la dice lunga sull'attuale debolezza politica del presidente). Edf è troppo indebitata per lanciarsi in un'operazione del genere. Tanto più che per la ricapitalizzazione al 15% di Areva già scalpitano entusiasti pretendenti: i giapponesi di Mitsubishi e i fondi sovrani di Qatar e Kuwait. La Lauvergeon ha già ripreso il negoziato con loro. E, in un certo senso, si è coperta le spalle contro eventuali nuovi ritardi con un'emissione obbligazionaria chiusa con successo due giorni fa a quota 750 milioni di euro. Ma la vera prima vittoria è che Proglio e Lauvergeon abbiano cominciato a dialogare.